Ecco come le dimissioni delle madri favoriscono il precariato

Alberto De Pasquale

22 Agosto 2024 - 12:01

Quando nasce un figlio nel 73% dei casi sono le donne a smettere di lavorare e le aziende ne assumono altre, ma precarie.

Ecco come le dimissioni delle madri favoriscono il precariato

Quando nasce un figlio le madri si dimettono molto più dei padri, con ricadute negative, in termini di precarietà del rapporto lavorativo, anche per le altre lavoratrici che le aziende assumono successivamente. Secondo l’ultimo rapporto “Le equilibriste” di Save the Children, nel 2022 in Italia sono state effettuate complessivamente oltre 61 mila convalide di dimissioni volontarie per genitori di figli di età fino a 3 anni: nel 73% dei casi si trattava di donne.

In un anno le dimissioni volontarie sono aumentate sia per le donne, sia per gli uomini (del 20% nel complesso), anche se per le prime emerge una motivazione principale: la difficoltà nel conciliare lavoro e cura del bambino. Oltre il 41% delle dimissionarie ha attribuito alla scelta la mancanza di servizi di assistenza, mentre il 22% le problematiche legate all’organizzazione del lavoro. Gli uomini, invece, si dimettono al 79% per cambiare azienda e solo per il 7% a causa di esigenze legate alla cura dei figli.

Cosa succede, invece, dal punto di vista delle aziende italiane? Come si comportano quando una lavoratrice diventa madre e lascia il posto? Riducono l’occupazione di donne in età fertile, oppure continuano ad assumerle, ma a condizioni contrattuali peggiori? Le risposte le ha date la Banca d’Italia, in uno studio che utilizza dati Inps e si concentra sulle madri che hanno partorito tra gennaio 2013 e dicembre 2015. Tutte lavoratrici in aziende con meno di 35 dipendenti, ossia quelle sulle quali, verosimilmente, gravano maggiori costi per la sostituzione dei lavoratori. [...]

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