Disdette e richieste di risarcimento piovono sui parchi divertimento dopo l’approvazione da parte del Cdm dell’ultimo decreto sul green pass.
La scorsa settimana è scattato in Cdm il semaforo verde al nuovo decreto che estende lo Stato di emergenza al 31 dicembre, modifica i criteri per il cambio di colore delle Regioni e rimodula le norme relative al green pass, destinato a diventare una sorta di passepartout anti-chiusure sin dai primi di agosto. Ed è proprio quest’ultimo ad essere finito da giorni sotto il fuoco incrociato.
Non solo le proteste organizzate in diverse città italiane nel corso dell’ultimo fine settimana, e già stigmatizzate dal ministero dell’Interno, ma anche la levata di scudi delle attività commerciali, che temono nuove bastonate sui conti con il cambio di paradigma del Governo nel contrasto alla pandemia. Tra queste i parchi divertimento, uno dei segmenti economici più colpiti nell’ultimo anno e mezzo, già alle prese con l’effetto green pass sulle prenotazioni estive.
Effetto green pass sui parchi divertimento, valanga di disdette
Come sottolineato dall’Associazione parchi permanenti italiani, aderente a Federturismo Confindustria, «dopo l’annuncio del Governo sul green pass la maggior parte dei parchi divertimento sta già ricevendo disdette e richieste di risarcimento da parte dei clienti che avevano acquistato biglietti e abbonamenti per date successive al 5 agosto: dallo scorso anno, infatti, i parchi hanno attivato un meccanismo di prevendita per rispettare il contingentamento delle presenze».
L’Associazione, pur condividendo in linea di massima le ragioni di fondo che hanno portato alla messa a punto del nuovo decreto, contesta al Governo «il termine di tempo così ravvicinato», e rileva delle «ripercussioni purtroppo già evidenti e preoccupanti sulle aziende del nostro settore, a cui per l’ennesima volta è riservato un trattamento iniquo, se comparato con luoghi al chiuso come i centri commerciali».
Parchi divertimento in crisi
Quella dei parchi divertimento, oltretutto, rimane una situazione di accentuata precarietà, con le attività del settore che dopo otto mesi di chiusure forzate erano riuscite solo nell’ultimo mese e mezzo ad invertire il trend, già sensibilmente migliore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma con la nuova mossa del Governo, dicono dall’Associazione di settore, potrebbe arrivare un’altra pesante frenata.
Il 2020 è stato del resto un annus horribilis per i parchi divertimento italiani, costretti a perdite del 75%. Secondo alcune delle stime più recenti il 20% dei parchi ha rinunciato a riaprire al termine della seconda e della terza ondata, con alcune realtà imprenditoriali italiane che hanno finito per passare nelle mani di fondi stranieri. «Le istituzioni devono rendersi conto che sono in gioco migliaia di posti di lavoro e la sopravvivenza stessa di molte imprese», il grido dell’Associazione.
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