Per Bankitalia è troppo tardi: l’uomo che ha ereditato 3 miliardi di lire non potrà usufruirne secondo la legge di conversione applicata con l’arrivo della moneta unica.
È rimbalzata sulle prime pagine dei quotidiani nazionali la vicenda dell’uomo che ha recentemente scoperto di aver ereditato ben 3 miliardi di lire.
Un’ingente somma di denaro che lo sfortunato erede non potrà però toccare in virtù della legge di conversione valutaria applicata con il passaggio alla moneta unica.
Il 1° gennaio del 1999 i tassi di cambio tra la lira e l’euro sono diventati irrevocabilmente fissi. L’anno successivo, invece, la moneta unica è entrata in circolazione mentre è iniziato il ritiro delle divise nazionali che, a loro volta, hanno cessato di avere valore legale il 1° marzo del 2002.
La fase di conversione tra lira ed euro è durata però altri dieci anni, ossia fino al 2012, quando gli italiani ancora in possesso del vecchio conio si sono ritrovati con della carta straccia ormai priva di valore.
Una legge di conversione piuttosto chiara, tornata però oggi a scricchiolare sul caso di Luigi C. lo sfortunato erede di quei 3 miliardi di lire ormai considerati dalla Banca d’Italia inesigibili.
L’eredità andrà perduta?
Alla morte del nonno Francesco, imprenditore di successo trasferitosi in Svizzera, Luigi si è scoperto erede di una fortuna da 3 miliardi di lire.
“Sapevo che mio nonno era benestante, che avesse messo da parte una bella cifra. Mi ha lasciato due appartamenti, due conti correnti con somme ragguardevoli e un portafoglio di titoli azionari che ho già cambiato. Ma quando col direttore della Ubs di Lugano abbiamo aperto la cassetta di sicurezza, di cui niente sapevo, la sorpresa è stata enorme”.
Immediata la corsa in Banca d’Italia dove l’uomo si è trovato di fronte ad un’immensa delusione. L’istituto ha negato all’erede la possibilità di convertire il denaro scoperto proprio perché scaduto il già citato termine per la conversione del vecchio conio.
Dopo essersi rivolto alla Fondazione italiana risparmiatori, l’erede ha dato vita ad una vera e propria battaglia legale con la quale spera oggi di tornare in possesso delle somme risparmiate e a lui devolute dal nonno deceduto.
Come hanno avuto modo di far notare gli avvocati dell’erede, il termine decennale per la conversione tra lira ed euro avrebbe dovuto essere conteggiato non dall’entrata in vigore della moneta unica, ma dal momento della scoperta della somma in proprio possesso. Una considerazione forzata secondo alcuni, che non ha però spento la voglia di riscatto di Luigi.
“So che c’è la possibilità di una transazione al 70%. Una parte la darei sicuramente in beneficenza, ma la dimenticanza di una persona sola e anziana non può costare tre miliardi”.
Ci si chiede, data la straordinarietà della vicenda, se i 3 miliardi di lire ereditati avranno davvero la possibilità di essere convertiti in euro. Al momento, però, lo scetticismo sembra prevalere tra gli osservatori.
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