Euro: progetto fallito, UE è un castello di carte. Parla uno dei suoi creatori

Flavia Provenzani

18 Ottobre 2016 - 12:58

Il primo capo economista della BCE avverte: il progetto Euro è fallito, l’Unione Europea è un castello di carte.

Euro: progetto fallito, UE è un castello di carte. Parla uno dei suoi creatori

L’Unione Europea è in difficoltà, non è una sorpresa. Ma quando il primo capo economista della Banca Centrale Europea nonché tra i creatori dell’Euro definisce l’UE un “castello di carte”, è ora di preoccuparsi sul serio.

La Banca Centrale Europea sta passando i confini e l’intero progetto dell’Euro risulta impraticabile nella sua forma attuale secondo Otmar Issing, tra i creatori e fondatori dell’unione monetaria europea.

«Un giorno, il castello di carte crollerà»,

ha commentato il professor Otmar Issing, primo capo economista della BCE e una figura fondamentale nella creazione della moneta unica.

Il professor Issing crede che l’euro sia stato tradito dalla politica: l’esperimento, a sua detta, è andato male fin dall’inizio e da allora è degenerato in dinamiche che ancora una volta mascherano le patologie dei singoli stati.

«Realisticamente, per ora ce la caveremo in qualche modo, alle prese tra una crisi e l’altra. È difficile prevedere quanto tempo continueremo così, ma non può andare avanti all’infinito»,

ha dichiarato al giornale Central Banking con forte critica al progetto di creazione dell’Euro a cui lui stesso ha contribuito.

L’unione monetaria si sta avvicinando al nuovo test verso la prossima recessione mondiale, questa volta con livelli ancor più alti di debito e disoccupazione e una maggiore stanchezza politica.

Issing accusa la Commissione europea, definendola un aggregato di forze politiche che ha rinunciato a far rispettare le regole in modo significativo.

«L’azzardo morale è schiacciante»,

ha detto.

La BCE ha «attraversato il Rubicone» ed è ora in una posizione insostenibile, impegnata a gestire i ruoli contrastanti tra la regolamentazione bancaria, il coinvolgimento della ex Troika nelle operazioni di salvataggio e la gestione della politica monetaria. L’integrità finanziaria della banca centrale è sempre più in pericolo.

La BCE detiene già più di 1.000 miliardi di euro in obbligazioni con rendimenti «artificialmente bassi» o negativi, il che implica enormi perdite una volta che i tassi di interesse torneranno a salire.

«Un’uscita dal QE è sempre più difficile, in quanto potenzialmente le conseguenze potrebbero essere disastrose»,

ha aggiunto l’economista.

«Il calo della qualità delle garanzie ammissibili è un grave problema. La BCE ora sta acquistando bond societari che sono vicini a livelli junk. Il rischio per la sua reputazione è alto e impensabile in passato».

Nel 2010 Issing definì il primo salvataggio della Grecia come un mero piano di salvataggio per le banche tedesche e francesi, insistendo sul fatto che sarebbe stato molto meglio far uscire la Grecia dall’euro, una lezione esemplare per tutti. Ai greci sarebbe stato poi offerto un sostegno generoso, ma solo dopo aver ripristinato la redditività del tasso di cambio con il ritorno alla dracma.

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