Mentre la Lega e il Movimento 5 Stelle ritrovano unità di intenti sfidando l’Europa sulla procedura d’infrazione e sui Minibot, il premier Conte e il ministro dell’Economia Tria continuano a stoppare ogni forzatura verso Bruxelles.
Torna a spaccarsi il governo ma questa volta, invece di una ennesima polemica tra Lega e Movimento 5 Stelle, la divisione è tra falchi e colombe dopo l’avvio della procedura d’infrazione da parte dell’UE e l’idea dei Minibot per pagare i debiti della Pubblica Amministrazione.
Dopo le tante tensioni durante la campagna elettorale per le europee, Lega e 5 Stelle questa volta invece marciano compatti nel non fare un passo indietro nella loro politica economica e nel portare avanti il progetto dei Minibot.
A stoppare le velleità dei due partiti della maggioranza è però l’asse MEF-Palazzo Chigi, con la benedizione del Colle, visto che il ministro Giovanni Tria ha di recente bocciato i Minibot e usato temi più cauti nei confronti di Bruxelles.
A stretto giro anche Giuseppe Conte ha speso parole simili nei riguardi della procedura d’infrazione, dichiarando al Corriere che bisogna fare “attenzione a sfidare la Commissione Europea sulla procedura di infrazione per debito eccessivo, se viene aperta davvero farà male all’Italia”.
Leggi anche MINIBOT, COSA SONO E COME FUNZIONANO
Europa e Minibot dividono il governo
Da una parte ci sono i due partiti della maggioranza ansiosi di evitare una manovra correttiva, l’aumento dell’IVA e di proseguire nella Flat Tax. Dall’altra invece i tecnici che sono più realisti sulle problematiche che potrebbero arrivare con la conferma dell’apertura della procedura d’infrazione.
In mezzo poi c’è la questione dei Minibot, proposti dalla Lega e avallati dal Movimento 5 Stelle, che non piacciono al ministro dell’Economia Giovanni Tria tanto da bollarli come “inutili o illegali”.
Quanto all’Europa, è arrivato adesso l’affondo del premier Conte che ha ammonito come “se non è come a dicembre, rischiamo di andarcene tutti a casa, di certo me ne vado io, devo poter condurre insieme al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, il negoziato senza distonie e cacofonie”.
Parole chiare come quelle pronunciate nella conferenza stampa della scorsa settimana dove si evince una volontà di avere pieni poteri, insieme a Tria, nella conduzione della delicata trattativa con Bruxelles per stoppare la procedura d’infrazione.
Così come lo scorso inverno alla fine Lega e 5 Stelle hanno deciso di ammorbidire la loro posizione abbassando deficit e stime di crescita, alla fine però i primi dati del 2019 hanno drasticamente tagliato il PIL e fatto risalire di conseguenza il deficit, allo stesso modo adesso Conte si aspetta una sorta di responsabilità nel non forzare la mano con l’Unione.
Per due partiti in perenne campagna elettorale non sarà facile però abiurare quello che è stato ripetuto come un mantra in quest’anno di governo. Il premier comunque ha ribadito il suo out out: se non si abbassano i toni, lui è pronto a lasciare.
Con Tria che si è messo di traverso anche sui Minibot, resta da capire quali saranno le prossime mosse della maggioranza gialloverde: se non ci sarà una mediazione tra questi due fronti, c’è il rischio che l’annunciato rimpasto di governo possa essere molto più corposo di quanto previsto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA