L’Europa mette al bando le aziende “non etiche”? Cosa significa e conseguenze

Riccardo Lozzi

22 Febbraio 2022 - 14:22

L’Unione Europea è pronta a contrastare attivamente le aziende “non etiche” attraverso una direttiva ad hoc. Ecco cosa prevede.

L’Europa mette al bando le aziende “non etiche”? Cosa significa e conseguenze

L’Europa sarebbe pronta ad approvare una direttiva per mettere al bando le aziende “non etiche”. Per i vertici dell’Ue, tale definizione può essere associata alle compagnie che non rispettano i diritti umani e ambientali durante i processi produttivi nella catena di approvvigionamento.

Al momento sono potenzialmente 13 mila le imprese che potrebbero finire nel mirino dell’Unione Europea solamente all’interno del blocco dei 27 Paesi membri. A queste potrebbero aggiungersi 4 mila società in tutto il mondo, a cui, in caso il progetto di legge comunitario venisse approvato, potrebbe essere chiesto un risarcimento economico.

Queste indiscrezioni sono state pubblicate da Bloomberg, che ha avuto modo di leggere le bozze della proposta, la quale potrebbe essere comunque suscettibile di cambiamenti nei prossimi giorni, in attesa di essere finalizzata in un documento ufficiale.

Il progetto riguarderebbe i principali settori economici, obbligando le aziende di dimostrare il rispetto e il controllo per quanto concerne i diritti dei lavoratori, in particolare sulla loro salute e la sicurezza, l’assenza di sfruttamento minorile e l’ottemperanza di salvaguardia ambientale nei processi produttivi.

Così l’Europa vuole mettere al bando le aziende “non etiche”

Come evidenziato da diversi analisti, una legislazione di questo genere rappresenterebbe uno spartiacque per i diritti umani e per l’ambiente, permettendo di incidere a livello mondiale oltre che europeo.

Infatti, se venissero confermati queste linee guida, le vittime di abusi aziendali di tutto il mondo potranno chiedere giustizia ai tribunali dell’Unione Europea. Una prospettiva che sembra trovare il consenso di una larga maggioranza della popolazione, sempre più attenta al rispetto dei cosiddetti criteri ESG.

In caso le compagnie non riuscissero a dimostrare la piena osservanza di tali norme, rischierebbero sanzioni da parte delle stesse istituzioni europee e azioni legali di risarcimento nei loro confronti, in quanto direttamente responsabili legalmente e finanziariamente.

Le conseguenze per le aziende dell’Unione Europea

Sotto la lente di ingrandimento tutte le aziende dell’Ue con un fatturato di oltre 150 milioni di euro e almeno 500 dipendenti. A queste si dovrebbero aggiungere imprese di dimensioni più modeste, ovvero con 40 milioni di euro di fatturato e 250 dipendenti, che operano in settori considerati ad “alto impatto”, tra cui quelli dell’abbigliamento e dell’industria mineraria.

Per i gruppi con sede fuori dai confini dell’Unione, si farà riferimento al giro di affari generato in Europa. Dalla normativa rimane invece escluso il settore finanziario.

La Commissione intende inoltre varare un’ulteriore disposizione che obblighi a un rapporto diretto le retribuzioni dei dirigenti delle imprese con gli sforzi societari per il contenimento degli effetti della produzione industriale sul riscaldamento globale.

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