Expo Milano 2015: chi pagherà i debiti dei terreni acquistati?

Michele Belluco

16 Novembre 2015 - 10:45

Chi ha acquistato i terreni di Expo Milano 2015? Arexpo S.p.A. è un’altra protagonista del mistero Expo e della sua sostenibilità. Chi pagherà i debiti delle aree di Expo?

Expo Milano 2015: chi pagherà i debiti dei terreni acquistati?

Expo 2015 S.p.A., società di “scopo” costituita il 1° dicembre 2008 e vocata alla realizzazione delle opere e delle attività inerenti ad Expo Milano 2015, secondo la mia precedente analisi non può riuscire a ripagare gli ingenti investimenti sostenuti attraverso i ricavi per i 21,5 milioni di visitatori.

Ora mi occuperò di Arexpo S.p.A., altra società, sempre a capitale pubblico, costituita il 1° giugno 2011 con la funzione di acquisire le aree del sito espositivo Expo 2015.
Quindi, ricapitolando, Arexpo S.p.A. ha acquisito le aree, ha ceduto il diritto di edificare ad Expo 2015 S.p.A. per poi, dal 1° luglio 2016, diventare proprietaria anche di quanto “costruito”.

Dopo essere stati conferiti dai soci, a titolo di capitale sociale, circa 62,2 milioni di euro in denaro; essere stati conferiti circa 31,7 milioni di euro in terreni sempre dai medesimi soci; aver acquistato aree del valore di circa 144 milioni di euro, ci ritroviamo, al 31/12/2014, con:

  • circa 144 milioni di debiti “certi” a bilancio;
  • altri 1,35 milioni di euro (inseriti nei fondi rischi ed oneri) che non sono ancora debiti “certi” ma molto probabilmente dovranno essere pagati a titolo di costi di bonifica delle aree;
  • altri 50 milioni di euro di debiti “fuori bilancio” da riconoscere ad Expo 2015 S.p.A. entro il 31/12/2016 a titolo di rimborso forfetario quale aumento di valore delle aree a seguito della complessiva urbanizzazione del sito.

Domanda: “Chi pagherà tutti questi debiti?”.

Al 31/12/2014, a bilancio, risultavano:

  • saldo attivi nelle banche per circa 12,6 milioni di euro;
  • crediti per quasi 27 milioni di euro la cui parte più consistente sono di natura tributaria.

In totale fanno meno di 40 milioni di euro, con un gap quindi di circa 155 milioni per pagare tutti i debiti.

E’ vero che l’Agenzia delle Entrate, nel luglio 2014, ha attribuito un valore all’area dell’Expo 2015 pari a circa 315 milioni di euro e che se Arexpo S.p.A. riuscisse a vendere tale area, i debiti verrebbero pagati.

Ad agosto 2015 un tentativo era pure stato fatto tramite la pubblicazione di un bando che aveva appunto come oggetto l’alienazione dell’area di proprietà di Arexpo S.p.A.; peccato che la gara sia andata deserta.

Giorni fa il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, consapevole degli oggettivi ostacoli incontrati nella vendita dell’area, ha comunicato che c’è l’intenzione di far nascere nella sede di Expo Milano 2015 un nuovo polo tecnologico dedicato alla nutrizione.
Al di là della validità o meno di una siffatta iniziativa (non conoscendone i dettagli non è possibile esprimere una valutazione), ciò significa che, per i pagamenti dei debiti di Arexpo S.p.A., sarà necessaria un’ “iniezione” di ulteriore denaro pubblico.

Soprattutto visto e considerato il fatto che i debiti di cui abbiamo parlato poc’anzi sono destinati ad aumentare, semplicemente per via delle spese che verranno sostenute dal 2015 in poi e per gli interessi sui finanziamenti in essere.

Tanto per dare qualche dato, utile a “schiarire” un po’ le idee, a parte i 100 mila euro sostenuti come costi notarili / legali per la costituzione della società / modifiche statutarie, ci sono stati, dalla costituzione al 2014, costi per servizi (Collegio Sindacale, Consiglio di Amministrazione, Società di Revisione, consulenze varie, ecc.) pari a ben 3,5 milioni di euro.

Senza contare più di 17 milioni di euro di oneri finanziari spesi per i finanziamenti contratti.

Tutto questo è alla luce del sole nel sito ufficiale di Arexpo S.p.A..

Come direbbe Lubrano, la domanda che sorge spontanea è: «Ne valeva la pena?».
Non ci resta intanto che stringere un nodo al fazzoletto da sciogliere quando saranno disponibili i bilanci 2015 sia di Arexpo S.p.A. che di Expo 2015 S.p.A..
Promesso: “Ne vedremo delle belle!”.

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