Le misure adottate per la guerra in Ucraina, cominciano a produrre conseguenze.
Da un recente studio effettuato da Sace, gruppo assicurativo-finanziario attivo nell’export-credit, nell’assicurazione del credito, nella protezione degli investimenti, nelle garanzie finanziarie, nelle cauzioni e nel factoring, si evince che l’impatto della crisi ucraina sulle esportazioni italiane sarà significativo, ma lo sarà anche per la Germania, principali partner commerciali della Russia e quindi maggiormente esposti al rischio di un calo dell’interscambio commerciale.
La Russia infatti è un mercato strategico per l’Europa sia dal punto di vista energetico (Mosca fornisce circa il 32% del fabbisogno energetico euopeo), che commerciale (la Russia assorbe oltre il 7% delle esportazioni europee).
Per l’economia italiana l’export, negli ultimi anni è diventato sempre più importante, e in alcuni settori quasi «vitale», come quello del legno-arredo, e la Russia nel 2013 ha importato dall’Italia 874,2 milioni di euro di prodotti riconducibili al macrosistema arredamento, facendo registrare un progresso del 9,5% rispetto all’anno precedente.
Tutto ciò spiega l’apprensione con cui il comparto segue le vicende che stanno riguardando l’Ucraina, un’eventuale escalation delle tensioni, potrebbe avere effetti fortemente negative sulle nostre esportazioni verso l’area russa.
Le nuove sanzioni americane colpiscono principalmente il settore bancario, petrolifero e militare. Gli USA hanno sanzionato singole banche, aziende e individui e formalizzato il divieto a soggetti statunitensi di intrattenere rapporti commerciali e finanziari con l’ area russa. L’Unione Europea ha varato sanzioni contro esponenti politici e proibito l’import/export di beni militari e l’esportazione di tecnologia destinata al settore petrolifero russo. Oltre a UE e USA, anche Canada, Australia, Giappone, Svizzera e Corea del Sud hanno adottato sanzioni contro la Russia.
L’Occidente comincia ad allarmarsi per le controsanzioni russe. La Russia blocca le importazioni dai paesi che hanno imposto o appoggiato le sanzioni dopo la crisi in Ucraina. Il divieto riguarda soprattutto prodotti agricoli, materie prime, alimenti.
Per l’export italiano si potrebbe trattare di una perdita grave: nel 2013 le esportazioni verso la Russia sono state quantificate in 10,4 miliardi di euro, e l’Italia è stato il quinto fornitore con una quota del 4,8%. La vendita in Russia dei prodotti tipici del made in Italy, cioè agroalimentari e bevande, ha rappresentato il 10% delle esportazioni totali, per un valore di oltre 1 miliardo di euro.
In uno scenario del genere l’export italiano subirebbe una contrazione di circa il 9% nel 2014 e un recupero dello 0,5 nel 2015 per una perdita totale di esportazioni pari a Euro 938 milioni nel biennio 2014/2015.
La riduzione degli scambi commerciali con l’Europa potrebbe avere un impatto sulle aziende esportatrici russe che destinano verso i mercati europei circa il 50% delle loro vendite all’estero, principalmente di beni energetici.
In conclusione il braccio di ferro economico e politico tra Mosca e l’Occidente rischia di danneggiare l’intera economia mondiale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA