La famiglia Agnelli è favorevole a fusioni con altri produttori di auto perché punta a ridurre l’esposizione al settore auto. A dirlo è il Financial Times. Due le case automobilistiche che potrebbero essere coinvolte.
Dopo il Wall Street Journal e Les Echos, anche il Financial Times riporta della volontà di Exor di trovare un partner per Fiat Chrysler. Secondo quanto si legge sull’autorevole testata, il presidente della holding, John Elkann, starebbe spingendo per operazioni di M&A con l’obiettivo di diluire l’esposizione della famiglia al settore auto.
L’ipotesi risulta gradita al mercato che, a circa un’ora e mezza dall’avvio degli scambi, spinge le azioni Fiat Chrysler a 13,156 euro, +2,97% sul dato precedente.
Nelle ultime cinque sedute le azioni FCA sono salite di oltre un punto percentuale mentre il saldo trimestrale evidenzia un rosso del 2,65%. Rispetto a un anno fa, le azioni FCA hanno perso un quarto del loro valore (-24,77%).
“Ci aspettiamo una prima parte del 2019 complessa e che potrebbe essere ulteriormente complicata dall’andamento negativo del mercati europeo e cinese, ma l’appeal speculativo potrebbe sostenere il titolo”, rilevano gli analisti di Websim, che sulle azioni Fiat Chrysler hanno una raccomandazione “neutrale” con prezzo obiettivo fissato a 14,3 euro (+8,7% sui livelli attuali).
Niente matrimonio con Peugeot, si guarda all’Asia
Secondo i rumor circolati nelle ultime settimane, il candidato più probabile a convolare a nozze con il gruppo italo-statunitense sarebbe Peugeot (Fiat Chrysler top performer del Ftse Mib: Peugeot apre ad alleanze). Ma, stando a quanto riportato dal al Wall Street Journal, Fiat Chrysler avrebbe deciso di non proseguire le discussioni in vista di un merger (Psa rifiutato da Fca: addio a 9 milioni di auto l’anno) che avrebbe potuto creare un gruppo di circa 9 milioni di auto all’anno (4,8 per FCA, 4,1 di PSA).
Il Financial Times riporta dell’apertura di John Elkann ad accordi con case coreane e cinesi, con Hyundai e Geely in pole position.
Manley: sarebbe da pazzi essere contrari
Quello della necessità di operazioni di consolidamento è un tema caldo del comparto auto, stretto tra la necessità di massici investimenti per ridurre le emissioni, per il passaggio all’elettrico e per lo sviluppo dei sistemi di guida autonoma. Economie di scala, rilevano gli analisti, sono necessarie per competere con colossi del calibro di Volkswagen e Toyota e lo sbarco in grande stile in Asia rappresenta un passaggio imprescindibile per sfuggire alla progressiva saturazione dei mercati domestici.
Proprio nel corso di una recente intervista al quotidiano della City, il Chief executive Mike Manley ha detto che la casa automobilistica è “aperta ad operazioni di partnership, a fusioni o a relazioni capaci di rafforzarci”. “Siamo assolutamente a favore” ad operazioni di questo tipo, “sarebbe da pazzi essere contrari”.
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