Il FMI ha tagliato di 0,4 punti percentuali le stime sul Pil italiano del 2019: è l’ennesimo allarme degli esperti
Nuova tegola per l’Italia: anche il FMI ha tagliato le proprie stime di crescita economica per il 2019.
Le nuove considerazioni del Fondo - presentate alla vigilia del World Economic Forum - hanno soltanto di poco seguito quelle di Bankitalia secondo cui il Belpaese potrebbe essere entrato in recessione tecnica nel quarto trimestre del 2018.
Se il Prodotto Interno Lordo crescerà meno dell’1% previsto dal Governo, allora il rapporto debito/Pil salirà ben oltre il 2,04% concordato da Italia ed Europa. Il rischio maggiore? Quello di una manovra correttiva che potrebbe vedere la luce già nei mesi estivi.
FMI su Italia: giù le stime sul Pil 2019
Secondo le nuove previsioni del Fondo Monetario Internazionale - e in piena aderenza con quanto affermato dall’istituto di Visco - l’Italia crescerà dello 0,6% nel 2019, e non dell’1% come inizialmente stimato. Invariate invece le previsioni per l’anno successivo, quando il Pil avanzerà dello 0,9%.
Nella stessa occasione il FMI ha confermato al 3,7% le stime sulla crescita mondiale del 2018, ma ha rivisto al ribasso al 3,5% e al 3,6% le previsioni per il 2019 e per il 2020.
L’outlook, insomma, è persino peggiorato rispetto a ottobre, quando il Fondo aveva operato la prima revisione all’ingiù del Pil globale. A pesare sulle sue considerazioni non soltanto il rallentamento della Germania (il cui Pil 2019 è stato tagliato dello 0,6% all’1,3%), ma anche la frenata dell’Italia:
“dove i timori riguardanti i rischi sovrani e finanziari hanno impattato sulla domanda interna”.
Il tutto in un contesto caratterizzato da costi di indebitamento elevati.
Secondo il FMI le tensioni sulla Legge di Bilancio 2019 hanno causato almeno parzialmente la frenata del mercato azionario osservata nell’ultima parte dell’anno.
“Un protratto periodo di tassi sovrani elevati metterebbe sotto ulteriore stress le banche italiane, pesando sull’attività economica e peggiorando le dinamiche del debito.”
Per quel che riguarda l’Eurozona, il FMI ha rivisto le stime sul Pil 2019 all’1,6 (-0,3 punti percentuali). Discorso diverso per il Giappone che crescerà dell’1,1% (+0,2 punti rispetto alle previsioni di ottobre), per la Cina che avanzerà del 6,2% (previsione invariata) e per gli USA, che esattamente come previsto ad ottobre cresceranno del 2,5% nel 2019.
La reazione del Governo
Alle dichiarazioni del FMI ha risposto immediatamente il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, che si è scagliato contro l’analisi della Lagarde definendo l’istituzione come incline all’errore.
“Italia minaccia e rischio per l’economia globale? Piuttosto è il FMI che è una minaccia per l’economia mondiale, una storia di ricette economiche coronata da previsioni errate, pochi successi e molti disastri”.
Un intervento simile a quello di Di Maio che ha invece criticato le nuove stime di crescita di Bankitalia.
Discussioni a parte, per gli esperti internazionali il rallentamento è ormai appurato: l’Italia non crescerà mai dell’1% nel 2019.
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