Nel Word Economic Outlook divulgato dal FMI si sottolinea come l’Italia cresca più di quanto previsto, in controtendenza rispetto ai tagli sulla crescita economica mondiale.
Alla vigilia dell’incontro di Lima dove si incontreranno i vertici del Fondo Monetario Internazionale e della banca mondiale, l’istituto guidato da Christine Lagarde ha pubblicato il Word Economic Outlook, dove analizza la situazione economica mondiale che evidenzia una contrazione della crescita, ma l’Italia è in controtendenza.
L’Italia cresce più di quanto previsto secondo il FMI, con numeri ancora inferiori alle previsioni del Governo (+0,9% e +1,6%) ma che rivedono al rialzo dello 0,1% le aspettative comunicate dallo stesso istituto nel luglio scorso.
L’Italia in controtendenza: PIL rivisto al rialzo
L’istituto guidato da Christine Lagarde ha rivisto al rialzo le previsioni del PIL italiano per l’anno in corso a +0,8% dal +0,7% indicato in precedenza, e per il 2016, al +1,3% dal +1,2%, spiegando che la nostra economia va “piu’ forte delle attese”. Secondo il FMI la crescita migliore delle previsioni del nostro paese, così come quella di Spagna e Irlanda, ha bilanciato la crescita minore delle attese in Germania.
Migliorano i conti pubblici, con il deficit di bilancio visto in calo al 2,7% del PIL, dal 3% del 2014, mentre per il prossimo hanno è pevisto al 2%. L’istituto prevede un pareggio nel 2020. Il debito pubblico è previsto in aumento al 133,1% quest’anno, per poi ridursi un nel 2016 al 132,3% e al 123% nel 2020. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, la previsione vede un tasso di disoccupazione al 12,2% nel 2015, dal 12,7% del 2014, e un +11,9% nel 2016.
Il giudizio del Fondo Monetario è stato accolto dal premier Matteo Renzi con grande soddisfazione: “E’ solo l’inizio”.
Male il PIL mondiale
Il taglio alle stime mondiali del FMI è dovuto alle difficoltà dei paesi emergenti, con la Cina che presenta una revisione delle stime di crescita al ribasso e Russia e Brasile in piena recessione.
Per questo motivo il taglio alle previsioni di crescita: l’FMI stima che il PIL globale crescerà del 3,1% nel 2015 e del 3,6% nel 2016. In entrambe le previsioni la riduzione rispetto le stime precedenti è dello 0,2%. Molto meglio lo stato delle economie avanzate rispetto a quello in via di sviluppo e ai paesi emergenti.
La Cina ha visto scendere le previsioni di crescita nel 2015 di più di un punto percentuale, da oltre il 7% preventivato siamo ora alle soglie del 6%. Il Russia e il Brasile stanno affrontando una forte recessione, con le valute locali ai minimi che si stanno svalutando molto velocemente e rendono più complicate le importazioni.
Questo ha comportato la caduta delle materie prime, poiché la Cina è il maggior consumatore mondiale di commodities, facendo crollare di riflesso i titoli azionari legati all’andamento delle materie prime come nel caso di Glencore.
Inoltre il tanto atteso rialzo dei tassi di interesse di riferimento FED porterebbe nuove difficoltà per i paesi emergenti, molti dei quali posseggono debito denominato in dollari. Un rialzo apprezzerebbe la valuta statunitense, rendendo ancor più difficile il rimborso delle obbligazioni.
La crescita degli emergenti è stimata in calo per il quinto anno consecutivo al 4%. Per il prossimo anno la previsione è però vista al rialzo: nel 2016 la crescita degli emergenti dovrebbe attestarsi al 4,6%.
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