Fase 2: quando vedremo i primi effetti della riapertura

Leonardo Pasquali

08/05/2020

Dal 4 maggio in Italia è iniziata la Fase 2 ma quando cominceremo a vedere i primi effetti sul numero dei contagi? Gli esperti provano a rispondere.

Fase 2: quando vedremo i primi effetti della riapertura

La Fase 2 è stata avviata in Italia il 4 maggio ma ci vorrà ancora un po’ di tempo per valutare gli effetti della ripartenza sul numero delle nuove infezioni.

I dati che vengono forniti in questi giorni che mostrano un trend dell’epidemia di coronavirus in discesa si riferiscono circa a due settimane fa. La maggiore preoccupazione è che con la riapertura i contagi possano tornare a viaggiare sui ritmi di inizio emergenza.

Tuttavia, con un monitoraggio rigoroso si potrebbe forse scongiurare questo scenario. Vediamo cosa ne pensano gli esperti.

Fase 2, gli effetti si vedranno dal 19 maggio

Dopo due mesi abbiamo ormai imparato a consultare il bollettino sull’andamento dell’epidemia di coronavirus in Italia. Come è stato più volte ribadito dalle istituzioni però i numeri forniti giornalmente rappresentano solamente una fotografia delle due settimane precedenti. In molti, quindi, si stanno già chiedendo quando si cominceranno a vedere le conseguenze della riapertura e della Fase 2 sulla curva dei contagi. Gli esperti concordano che ci vorranno dai 14 ai 15 giorni a partire dal 4 maggio.

Queste le dichiarazioni rilasciate ai microfoni di Adnkronos da Carlo Signorelli, docente di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano:

“I numeri dell’epidemia di oggi non hanno nulla a che vedere con la Fase 2. Sono dati, come lo saranno quelli delle prossime due settimane, che si riferiscono ancora al lockdown. Quelli della seconda fase potremmo vederli solo dal 14esimo o dal 15esimo giorno dopo la ripartenza, vale a dire dal 19 maggio”.

La conferma è arrivata poi anche dal presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, che in audizione alla Commissione affari sociali della Camera ha spiegato come il primo impatto sui ricoveri e sulle terapie intensive sarà osservabile dal 18 maggio in poi.

Si può evitare una seconda ondata?

Le istituzioni hanno già messo in conto di dover far fronte a un nuovo aumento degli infetti nelle prossime settimane, visto che molte persone sono tornate a circolare più liberamente e che le restrizioni potrebbero essere ulteriormente allentate. Ciononostante, l’innalzamento della curva dei contagi potrebbe essere evitato o almeno limitato attraverso un’opera di monitoraggio efficace.

Di questo è convinto il professor Signorelli, ecco cos’ha detto a riguardo:

“Quando valuteremo la Fase 2 dovremmo tenere da conto il numero di tamponi fatti. Con un numero maggiore di tamponi possono essere individuati più positivi senza che questo comporti un’impennata dell’epidemia”.

Argomenti

# Italia
# Fase 2

Iscriviti a Money.it