Fed: il rialzo dei tassi a dicembre non è stato di 25bp - UBS

Livio Spadaro

25/05/2016

Gli esperti di UBS si sono accorti che la stretta monetaria della Federal Reserve è molto superiore rispetto al tasso dichiarato. Ecco perché.

Fed: il rialzo dei tassi a dicembre non è stato di 25bp - UBS

A dicembre 2015 la Federal Reserve, senza troppe sorprese, ha innalzato il livello dei tassi di interesse di 25 punti base. Lo stesso istituto centrale aveva previsto per l’anno in corso altre 4 strette monetaria di cui per il momento non si è avuta traccia.

Ultimamente, i membri della Federal Reserve, nonché le minute del FOMC della riunione di aprile, stanno cercando di aumentare le aspettative del mercato per un prossimo rialzo dei tassi.

Tuttavia, gli esperti di UBS (la prima banca svizzera) si pongono la domanda se effettivamente la Fed abbia aumentato i tassi di soli 25 punti. L’opinione degli analisti della casa d’affari elvetica è che in realtà la banca centrale statunitense abbia fatto ben di più di quanto dichiarato, ecco perché.

Tassi USA: la Fed sta cercando di aumentare le aspettative dei mercati

Gli esponenti della Federal Reserve nell’ultimo periodo stanno cercando di aumentare le aspettative del mercato su un prossimo rialzo dei tassi. Le minute del FOMC della riunione di aprile hanno fatto capire che l’istituto centrale statunitense è pronto ad agire, anche a giugno, nel caso in cui l’economia americana dia i giusti segnali di ripresa.

La nuova stretta, sempre di 25 punti base, seguirebbe così la medesima mossa operata a dicembre quando la Fed decise di rialzare i tassi dopo anni di politica monetaria espansiva. Gli effetti di tale rialzo si sono fatti sentire, con l’economia americana che lancia segnali a luci e ombre ed i profitti aziendali sprofondati rispetto ad un anno fa.

Tassi USA: la Fed li ha alzati di soli 25 punti base? - UBS

UBS, la prima banca svizzera, si domanda se in realtà la Fed abbia alzato i tassi di soli 25 punti base. Gli analisti della casa d’affari si sono accorti attraverso diverse rilevazioni che la stretta operata dalla banca centrale americana in realtà sia stata maggiore che nei cicli di rialzi avutisi nel 1994 e nel 2004.

Gli esperti, per fare le misurazioni, sono ricorsi all’uso di diversi elementi tipicamente inclusi negli indici sulle condizioni finanziarie. Ad esempio, sono stati analizzati gli spread del credito e il Dollaro americano. Dal risultato sembra che la Fed abbia fatto molto più di quanto si pensi.

Tassi USA: la Fed ha alzato i tassi in realtà di 273 punti base - UBS

UBS è giunta alla conclusione che le strette combinate dal settembre 2014 a gennaio 2016 sono equivalenti ad un rialzo di 273 punti base. I mercati sono rimbalzati dopo il sell-off di inizio anno causato dallo stress del rialzo.

Il restringimento delle condizioni finanziarie hanno motivato la Fed ad usare toni dovish a marzo. La situazione finanziaria è iniziata a migliorare da quando: gli spread creditizi si sono ridotti, il mercato azionario è salito, il Dollaro si è indebolito e i rendimenti dei Treasury sono scesi ulteriormente.

Tassi USA: mancato aumento graduale è stato come un taglio di 134 pb - UBS

Il mancato rialzo programmato dalla Fed da gennaio è risultato in un taglio combinato di 134 punti base, lasciando comunque un alto grado di stretta monetaria netta (139 punti base).

La Fed ha sempre meno spazio per attuare quanto annunciato a dicembre e potrebbe ormai aver già “sganciato” una buona parte della stretta monetaria che intendeva effettuare.

Tassi USA: Fed rischia di raffreddare l’economia

I futuri rialzi dei tassi potrebbero avere un impatto minore rispetto al primo. Gli esperti di UBS avvertono però che se le nuove strette monetarie continueranno ad avere sostanziali conseguenze sui mercati, il rischio che la Fed corre è di raffreddare in modo non intenzionale l’economia.

Questo rappresenta un rischio sia per l’equity che per la curva dei fixed income. Come posizionarsi nel caso in cui la Fed stia sottostimando i rischi di una stretta monetaria?

Come proteggersi dai rischi della politica adottata dalla Fed? - UBS

Gli analisti di UBS, rispondendo al quesito, dichiarano di rimanere short sui mercati emergenti a causa di un apprezzamento del Dollaro USA rispetto alle valute di queste nazioni. Stesso discorso vale per quegli asset e valute esposti ai mercati emergenti come ad esempio il Dollaro australiano.

Per coprirsi su eventuali posizioni long sull’equity dei mercati sviluppati, gli esperti di UBS consigliano di andare in acquisto sull’EUR/SEK (euro-corona svedese).

Per quel che riguarda il mercato del credito corporate, gli analisti raccomandano un long sui bond high grade americani (piuttosto che quelli ad alto rendimento) con scadenza maggiore dato che la Fed potrebbe portare maggiore pressione sulle compagnie con fondamentali del credito più deboli.

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