Ecco cosa dicono le valutazioni condotte da parte degli istituti di ricerca e degli analisti dei principali FinTech Hub del mondo.
Quello del FinTech è un mercato globale in continua crescita ed espansione, che muove cifre importantissime. Al momento i principali beneficiari di questo giro d’affari sono gli Stati Uniti e la Cina, ma anche in Europa la situazione sta cambiando, soprattutto nel Regno Unito.
Dato questo contesto, la dinamicità delle startup si trova a dover fare i conti con una serie molto complessa di fattori, tutti da considerare e da tenere ben presenti qualora si voglia investire in questo settore.
Si parla infatti di “FinTech hub” per definire i punti focali delle attività FinTech all’interno di un’area geografica o di un network. Sono di fatto gli ecosistemi composti da infrastrutture, organizzazioni e persone all’interno dell’hub, ma anche il modo in cui tali elementi sono organizzati e interagiscono con le città o con le regioni.
In quest’ottica, quali paesi hanno il più forte potenziale di imprenditorialità, innovazione e FinTech nel mondo?
Secondo Forbes, le cinque nazioni migliori in cui aprire una startup, soprattutto per quanto riguarda i prezzi e i costi iniziali, sono gli Stati Unti, il Regno Unito, l’Australia, la Francia e il Cile. Tuttavia, la situazione cambia se si prendono in considerazione i dati della Banca Mondiale, che ha preso in considerazione dei parametri differenti da quelli di Forbes. In questo caso i Paesi nei quali conviene di più avviare una start up sono gli Emirati Arabi Uniti, l’Olanda, la Finlandia, l’Arbia Saudita e la Lituania.
Andiamo a vedere, invece, quali sono le città migliori nelle quali aprire una startup, almeno secondo gli analisti dei principali FinTech Hub.
Fintech: le 10 città ideali per aprire una startup
- Singapore
- Zurigo
- Stoccolma
- Ginevra
- New York
- Amsterdam
- Londra
- San Francisco
- Toronto
- Hong Kong
La classifica è stata stilata dall’Istituto per i servizi finanziari Zug (IFZ) dell’Università di Scienze Applicate di Lucerna, attraverso uno studio che identifica le regioni con gli ecosistemi FinTech più solidi utilizzando fattori generalmente associati alla promozione dell’imprenditorialità e dell’innovazione, nonché indicatori relativi alle tecnologie finanziarie (analisi PEST/political-legal, economic, social, technological). È contenuta all’interno della ricerca IFZ FinTech Study.
Anche Deloitte ha utilizzato lo stesso approccio dell’IFZ per realizzare il suo Global Fintech Report, incrociando in maniera ponderata dati e analisi relativi all’area del talento, del capitale, della domanda e della politica e della regolamentazione. La capacità di attrarre talenti nei settori chiave della finanza, tecnologia e imprenditoria è cruciale per il successo degli hub su scala globale. Anche l’accesso al capitale, sia che provenga da investitori privati, governi o aziende, è un driver chiave delle attività FinTech attraverso gli hub.
Come in qualsiasi altro settore, anche in ambito FinTech è la domanda a guidare la fornitura, sia che provenga dai consumatori (B2C) o da altre attività (B2B). Se questa equazione è vera, per i maggiori hub finanziari (Londra, Chicago, New York, San Francisco e Hong Kong), non sempre la presenza di forti servizi finanziari equivale a un forte hub FinTech: ad esempio a Tokyo, nonostante un’industry potente dal punto di vista finanziario, il FinTech si è affermato più lentamente a causa di altri fattori, come la regolamentazione.
Dove c’è una legislazione favorevole
Infatti, sono proprio la politica e le leggi a rappresentare un altro elemento decisivo nello sviluppo e nel successo di un FinTech hub. I governi e gli enti regolatori devono riuscire a trovare un equilibrio tra la promozione dell’innovazione e della competitività e la protezione di investitori e consumatori. Ne sono testimonianza due dei poli FinTech più rilevanti al mondo, ovvero Londra e Singapore, con la loro legislazione e gli enti preposti (rispettivamente la Financial Conduct Authority e la Monetary Authority) in continuo divenire, visti come dei veri e propri pionieri in materia.
Anche le misure governative possono fare la differenza, come successo ad esempio in India, dove il Governo ha stabilito programmi e previsto investimenti per supportare lo sviluppo del FinTech e delle startup nel Paese.
Anche Milano tra le città migliori per aprire una startup
La classifica proposta da IFZ è guidata da Singapore, grazie al suo ambiente politico e giuridico eccezionale: un mercato piccolo, ricco però di talenti tecnologici, sviluppatosi anche grazie alle leggi sull’immigrazione più favorevoli di quelle britanniche, in grado di attirare a sé numerosi “cervelli” stranieri. Non a caso qui il 70% dei fondatori di aziende FinTech è immigrato.
Al secondo e al quarto posto due città svizzere: Zurigo e Ginevra, grazie alla loro solida performance sotto il profilo politico e legale (in questo ambito sono al primo posto tra tutte e 30 le città). L’elevata stabilità politica, il basso livello di corruzione, l’alto livello di libertà di stampa e le moderate aliquote dell’imposta sulle società sono fattori determinanti del loro successo, mentre sono possibili miglioramenti sul versante della tecnologia.
<leggianche|articolo=
Al quarto posto si posiziona Stoccolma, mentre Londra, città che negli anni passati era sempre stata considerata la capitale mondiale del fintech, grazie ai grandi incentivi fiscali e alla cornice legislativa, si deve “accontentare” del settimo. Amsterdam, Toronto, New York, San Francisco e Hong Kong completano la top ten della classifica generale degli hub tecnofinanziari.
Seguono Francoforte e Sydney. Nella prima, così come a Berlino (tredicesima), sembra essere conveniente affittare spazi per le startup, ma restano scarsi gli investimenti esteri. Sidney, invece, è una città ideale per merito dell’agenda digitale governativa (National Innovation and Science Agenda) e dell’introduzione di incentivi fiscali di impronta inglese. Presente anche l’Italia, con Milano al 28° posto (non a caso la maggior parte delle migliori startup italiane dove lavorare ha sede a Milano), dopo Pechino e prima di due città cinesi, Varsavia e Santiago del Cile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA