Fitch ha tagliato le stime sul Pil dell’Italia. Il Belpaese crescerà meno di quanto già previsto
Fitch di nuovo contro l’Italia. Dopo il downgrade di agosto con il quale ha portato a BBB il rating del Belpaese, l’agenzia ha scelto oggi di tagliare le stime di crescita del Belpaese, sia per l’anno corrente che per il prossimo.
Proprio all’inizio del 2019 gli analisti di Fitch torneranno ad esprimersi sull’Italia con una nuova, attesa nota. Per il momento, però, essi si sono limitati a tagliare dall’1,2% all’1,0% le stime sul Pil del 2018 e ad abbassare dall’1,2% all’1,1% quelle sul prossimo anno.
Fitch su Italia: giù le stime di crescita
Tra i motivi che hanno portato Fitch a rivedere negativamente le stime sul Pil sicuramente l’incertezza politica interna. L’Italia e l’Europa non hanno ancora trovato un accordo sulla manovra di bilancio, ma non è tutto. Diverse fonti di stampa nostrana sono tornate a parlare delle possibili dimissioni del Ministro Tria evidenziando ancora una volta la divergenza di opinioni nell’esecutivo.
Gli analisti di Fitch non sono convinti che l’allentamento fiscale in Italia sosterrà la crescita e questo per due ordini di motivi:
- le incertezze sui dettagli di attuazione del piano
- il probabile impatto limitato di alcune misure
Il peso della guerra commerciale
La revisione delle stime di crescita ha trovato ragion d’essere non soltanto nei timori legati alla manovra, ma anche nell’attuale contesto internazionale, caratterizzato da una guerra commerciale fra USA e Cina che sta continuando a tenere il mondo con il fiato sospeso.
Lo scorso weekend, in occasione dell’atteso G20, le due potenze hanno firmato una tregua di 90 giorni, durante la quale entrambe sospenderanno i dazi e lavoreranno alla ricerca di un accordo condiviso.
I mercati finanziari hanno reagito positivamente al possibile disgelo tra USA e Cina, ma l’idillio è durato ben poco. Nelle ultime ore, infatti, la notizia dell’arresto della Cfo di Huawei ha fatto nuovamente temere per la temuta dei rapporti bilaterali e ha determinato un nuovo sell-off sull’azionario globale.
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