Sembra essere migliorato il sentiment sul fondo Atlante in Italia grazie alle rassicurazioni di case d’affari, dirigenti e politici. Cosa ne pensano all’estero dell’operazione Atlante?
In questi giorni, dopo l’annuncio della creazione del fondo Atlante, si è potuto assistere ad un tam-tam mediatico in cui ognuno esponeva la view sul veicolo creato dal governo per abbattere definitivamente il problema dei NPL e degli aumenti di capitale di alcune banche. Inizialmente si pensava che la dotazione del fondo fosse inadeguata per risolvere il problema il che ha portato ad un sell-off in Borsa sui titoli bancari degli istituti coinvolti nell’operazione.
La pubblicazione di maggiori dettagli sul piano Atlante e le rassicurazioni di dirigenti e politici sull’operazione hanno disteso gli animi degli operatori e dei media. È interessante però analizzare la reazione di analisti e giornali stranieri alla creazione del fondo. L’agenzia di rating Fitch non sembra aver apprezzato particolarmente l’operazione, ecco nel dettaglio cosa pensano all’estero del fondo Atlante.
Banche: migliorato il sentiment sul fondo Atlante
Il fondo Atlante continua ad essere costantemente monitorato dalla stampa italiana e dalle case d’affari. Poco fa il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha dichiarato che il progetto è efficace mentre Equita Sim, in pieno contrasto con l’agenzia di rating Fitch, stima che il veicolo voluto dal governo ridurrà i rischi del sistema bancario italiano.
Nei giorni scorsi, diverse case d’affari, dirigenti bancari e politici hanno rasserenato gli animi degli operatori e dei risparmiatori che inizialmente non avevano visto di buon occhio i primi dettagli sul funzionamento del fondo Atlante.
In linea generale si può affermare che quasi tutti sono rimasti soddisfatti dal piano del governo (a gestione e finanziamento privato) anche se rimane il dubbio sulla posizione della Commissione Europea in merito.
Banche: dotazione fondo Atlante scarsa - The Guardian
Tralasciando quest’ultimo punto, cosa ne pensano all’estero del fondo Atlante? Il Guardian, nota rivista inglese, ritiene che la dotazione da €6 miliardi del fondo sia troppo bassa in confronto alla mole di crediti deteriorati che affligge il sistema bancario italiano.
La rivista di oltremanica plaude al Fondo Monetario Internazionale che ha posto il focus sugli anelli deboli dell’Eurozona (Italia inclusa) e critica l’Unione Europea di non fare abbastanza per aiutare le economie dell’Area più in difficoltà.
Banche: fondo Atlante è piano C rischioso - Reuters
Reuters parla di “rischioso piano C” riferendosi al fondo Atlante. L’agenzia di stampa fa notare come il veicolo sia stato creato per non incorrere nel bail-in per alcune banche che avrebbe avuto effetti catastrofici sul sistema.
Reuters ritiene che la dotazione non sia adeguata all’ammontare di denaro richiesto per risolvere i problemi delle banche italiane e ritiene che possano esserci effetti di contagio sul sistema.
L’agenzia crede però che Atlante potrebbe funzionare se il governo velocizzerà le riforme di riscossione dei crediti, cosa che dovrebbe fare nei prossimi mesi (e velocemente secondo Reuters).
Banche: in Italia manca legislazione adeguata su crediti - sondaggio Bloomberg
Bloomberg ha invece sondato diversi esperti esteri riguardo alla “bad bank” privata italiana. Cathal Kennedy, economista della Royal Bank of Canada, ha detto che il problema dell’Italia non è tanto la questione dei crediti deteriorati quanto invece l’insipida crescita economica. L’economista comunque ritiene che ancora non ci siano abbastanza dettagli per valutare l’impatto del fondo Atlante sul sistema bancario italiano.
Marco Elser di Lonsin Capital punta il dito sulla mancanza di riforme in merito al mercato creditizio e sul come vengano allocate le risorse nel Bel Paese. Marc Ostwald di ADM Investor Services ritiene che il problema non sia la dotazione del fondo Atlante ma piuttosto sul come verrà gestito e sulla velocità con la quale il governo emetterà le riforme necessarie per migliorare il problema dei crediti deteriorati.
Antonio Pascual di Barclays ritiene che la costituzione del fondo Atlante sia un primo passo verso la giusta direzione. L’analista però ritiene che c’è sempre il problema del possibile veto della Commissione Europea e la mancanza di un’adeguata legislazione creditizia.
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