Un fondo ESG di BlackRock crolla del 91% overnight: la bolla verde sta scoppiando?

Mauro Bottarelli

30/12/2021

Il secondo Etf nell’investimento in aziende sostenibili emergenti precipita dopo la fuga di un fondo pensione finlandese. La ragione? Scarsi rendimenti. Quasi la vendetta del mercato sull’ideologia

Un fondo ESG di BlackRock crolla del 91% overnight: la bolla verde sta scoppiando?

Anche BlackRock piange. Ma questa volta, l’accaduto potrebbe avere un contraccolpo decisamente sistemico. Non tanto a livello di contagio o rischio di controparte, nessun effetto Lehman. Bensì, la fine della favola ESG, l’esplosione anticipata della bolla green.

Questa immagine,

Andamento del fondo ESG di BlackRock dedicato agli emergenti Andamento del fondo ESG di BlackRock dedicato agli emergenti Fonte: Bloomberg/Zerohedge

infatti, mostra quanto accaduto overnight (ovvero, nel breve arco di tempo di due giorni di contrattazioni dopo la vigilia di Natale) al fondo iShares ESG MSCI EM Leaders ETF (LDEM) del colosso Usa, secondo al mondo nel tracciamento e investimento nell’universo variopinto della sostenibilità ambientale. Nella fattispecie, aziende dei mercati emergenti con spiccato profilo green. Un tonfo del 91%. Praticamente, l’apocalisse. Perché passare da 803 milioni di dollari di AUM (Assets-Under-Management) del 21 dicembre agli attuali 69, equivale a fare un baffo a Enron.

Ma non basta. Perché stando a Bloomberg, esiste un unico soggetto di detenzione quote in grado di aver generato un tracollo simile: Ilmarinen, un fondo pensione con base a Helsinki ha che aveva investito 600 milioni di dollari nell’Etf all’atto del suo lancio nel febbraio 2020. Outflow senza preavviso. Tanto che se un portavoce di Ilmarinen si è trincerato dietro un esplicito no comment, persino BlackRock si è limitata a confermare l’emorragia senza però fornire particolari. Perché il colpo sarebbe duplice. In primis, il Nord Europa è storicamente culla dell’attenzione alla sostenibilità ambientale. E quindi, dell’investimento nel comparto.

Secondo, i fondi pensioni sono obiettivo privilegiato del comparto ESG. Se il primo scappa a gambe levate e con questa modalità emergenziale, nottetempo come un ladro, l’effetto psicologico su altri soggetti simili rischia di spingere a un’emulazione di massa. Quantomeno, al fine di evitare rivolte degli azionisti e ammutinamenti nei consigli di amministrazione. Oltre a perdite potenzialmente sanguinose. Perché questi due grafici

Comparazione di performance fra LDEM e il suo indice benchmark Comparazione di performance fra LDEM e il suo indice benchmark Fonte: Bloomberg
Comparazione di performance fra LDEM e Standard&Poor's 500 Comparazione di performance fra LDEM e Standard&Poor’s 500 Fonte: Bloomberg

mostrano plasticamente la ragione che ha spinto Ilmarinen a questa decisione: il sano, benedetto e vecchio rendimento.

Il fondo di BlackRock, infatti, non è andato in underperformance solo sul proprio riferimento benchmark diretto ma anche - e pesantemente - rispetto allo Standard&Poor’s 500. Insomma, in un mondo di unicorni e cieli azzurri per decreto, qualcuno ha preso carta e penna, fatto due conti e deciso di salutare. Redemption, outflow, fuga. Chiamiamola come vogliano, semplicemente prezzatura del rischio e tutela del proprio interesse. Musica per certe orecchie. Anche perché questo ultimo grafico

Studi prospettici sul consumo di nickel e rame in regime di emissioni zero Studi prospettici sul consumo di nickel e rame in regime di emissioni zero Fonte: S&P's Global Market Intelligence

dimostra come la bolla ESG sia davvero a forte rischio di fact-checking, stante la serissima crisi energetica a livello di prezzi globali.

Le linee tratteggiate in rosso, infatti, mostrano i consumi stimati di nickel e rame in uno scenario NZE, ovvero Net Zero Emissions. Praticamente, occorrerebbe applicare a due metalli la stessa logica del Qe monetario: stamparli, poiché persino gli ultimi dati esplorativi dimostrano come non siano presenti sufficienti riserve per garantire copertura a un simile livello di consumo. Per ora, soltanto uno scossone. Probabilmente, nulla che finirà sui giornali, allarmando quindi gli investitori.

I quali sono ben felici di aver sottoscritto polizze e contratti che facciano felice Greta Thunberg, oltretutto alla luce dei numeri roboanti contenuti nei prospetti. Se però dovesse cambiare il vento, la situazione descritta da quel grafico iniziale ha un’unica metafora comparativa possibile: la palla di neve che, rotolando silenziosa e innocua a valle, diviene valanga prima di entrare nel centro abitato. A quel punto, la corsa verso la porta di sicurezza potrebbe tramutarsi nella versione finanziaria dell’encierro di Pamplona.

La riprova su cosa dobbiamo attenderci? Se con l’inizio dell’anno nuovo si continuerà a ballare la musica ESG ma avvicinandosi - sempre di più - prima al guardaroba e a poi all’uscita, allora potrebbe essere il caso di preoccuparsi. Perché il controvalore in miliardi del mercato ESG è già sufficiente per operare da elefante nella stanza. E, soprattutto, la chimera verde è alla base del Recovery Plan e del Next Generation EU.

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