Nel Recovery Plan del Governo Draghi spunta un Fondo complementare da 30 miliardi di euro, che si aggiunge ai 191,5 miliardi delle risorse UE: di cosa si tratta?
Il Recovery Plan del Governo Draghi vale 222,1 miliardi di euro: un ammontare enorme grazie anche al Fondo complementare da 30 miliardi di euro.
Di cosa si tratta e, soprattutto, come verranno impiegate queste risorse nazionali aggiuntive, comprese nel Pnrr?
Anticipata più volte dal ministro Franco, l’intenzione dell’esecutivo è di non lasciare indietro nessun progetto valido per il rilancio del Paese. Così, all’interno della cornice del Recovery Plan, sono stati previsti miliardi in più da estrapolare con lo scostamento di bilancio.
Lo scopo sarà portare avanti investimenti che non rientrano nella dotazione da 191,5 miliardi di euro di Bruxelles ma che sono considerati validi.
Cosa prevede, quindi, il Fondo da 30 miliardi di euro?
Cos’è il Fondo complementare da 30 miliardi
Il pacchetto complessivo delle riforme del Pnrr italiano vale 222,1 miliardi di euro.
Ai 191,5 miliardi di euro finanziati con il Recovery Fund europeo si sommano i 30,6 del Fondo complementare. Cosa prevedono queste risorse?
Innanzitutto occorre sottolineare che sono soldi aggiuntivi a quelli del Next Generation EU, nel senso che non provengono dalle casse di Bruxelles. Saranno, invece, finanziate dallo scostamento di bilancio, quindi debito nazionale.
A cosa serve il Fondo complementare? Essenzialmente a sostenere riforme e investimenti in settori chiave per il rilancio dell’Italia, che però non sono rientrati nella dotazione del Recovery Fund.
I progetti finanziati con i 30 miliardi, quindi, sono inseriti nel Pnrr e beneficiano delle regole previste per i fondi UE: procedure semplificate, indicazione di obiettivi intermedi e target, monitoraggio delle riforme.
Unica sostanziale differenza: la rendicontazione non sarà sottoposta al controllo di Bruxelles poiché il Fondo è composto da risorse nazionali. I soldi potranno essere spesi anche oltre il 2026.
Come sarà speso il Fondo?
Dalle indicazioni della bozza, il Fondo complementare sosterrà investimenti nei settori chiave individuati dall’UE.
Questa la ripartizione dei 30 miliardi di euro nazionali:
- digitale: 6,13 miliardi (1 miliardo per 5G e 400 milioni connessione veloce in strade extraurbane);
- rivoluzione verde: 11,65 miliardi (8,25 per l’ecobonus sismabonus al 110%);
- infrastrutture e mobilità sostenibile: 6,12 miliardi;
- inclusione e coesione: 3,25 miliardi;
- salute: 2,89 miliardi
Il 26 e 27 aprile, con la presentazione alle Camere, il Governo Draghi darà il via libera al Recovery Plan, compreso del Fondo complementare.
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