Foto e indirizzo di casa di Corrado Formigli sono comparse sui social in seguito all’intervista all’ex premier
Il faccia a faccia fra Corrado Formigli e Matteo Renzi continua sui social media. Giovedì scorso a Piazza Pulita ha avuto luogo l’intervista al fondatore di Italia Viva. Gran parte della quale è stata dedicata ai 700.000 euro prestati a Renzi dall’imprenditore Riccardo Maestrelli, uno dei finanziatori di fondazione Open (che organizzava la Leopolda).
Dopo la messa in onda dell’intervista, su diversi gruppi Facebook riconducibili a Italia Viva sono comparse le foto e l’indirizzo della casa del giornalista.
Piazza Pulita, Formigli insultato dopo intervista a Renzi
“Ho fatto un’intervista a Renzi e il giorno dopo ho visto la fotografia di casa mia pubblicata sui social, con una descrizione minuziosa dell’appartamento e tanto di dettagli degli interni”, ha detto Formigli a Adnkronos. Alle immagini si sono aggiunti gli insulti e le “richieste di chiarire quanto l’ho pagata e come”.
Una reazione che il giornalista ha definito come “squadrismo”, cui il leader di Italia Viva, ha detto Formigli, non ha posto rimedio. Dopo aver visto le foto, spiega, ha scritto privatamente a Renzi per chiedergli di controllare le pagine del suo partito. Alcune di queste erano “unofficial”, ma comunque dotate di un discreto numero di follower, ma c’erano anche due pagine locali di Italia Viva. “Mi sembrava un fatto grave quello che era successo”, spiega Formigli.
Formigli contro Renzi: “Attaccato perché intervista sgradita”
Ma dopo il messaggio su WhatsApp a Renzi, il giornalista si è “ritrovato la questione della mia casa pubblicata da lui senza il mio consenso”. Renzi infatti ha pubblicato sulla propria pagina Facebook un post in cui definisce una “porcheria” quanto fatto a Formigli. Ma aggiungendo che a lui è successa la stessa cosa, facendo riferimento alla sua villa di Firenze.
“Renzi ha sostanzialmente pubblicato il contenuto della nostra conversazione in un post per continuare la sua battaglia politica”, ha detto Formigli. “Io, da padre di famiglia, non volevo dare rilievo pubblico alla questione”, ha aggiunto.
Francesca Mannocchi, Edoardo Buffoni, Mario Calabresi, Massimo Giannini e tanti altri giornalisti hanno espresso solidarietà al collega.
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