Il nome Schumacher nuovamente in Ferrari potrebbe riaccendere l’entusiasmo di molti e Liberty Media lo sa.
Mick Schumacher è da poche settimane un pilota della Ferrari Driver Academy, l’anticamera principale da cui la Scuderia alleva i talenti a cui domani affidare le proprie monoposto in gara.
La notizia, nell’aria da tempo, ha riacceso inevitabilmente l’entusiasmo di molti: l’idea di rivedere in Formula 1 il nome Schumacher associato alla Ferrari porta a fantasticare sulle grandi vittorie e sui record ancora imbattuti di papà Michael, oggi ancora in una fase di lunghissima riabilitazione che lo tiene lontano dal calore del pubblico dal 2013.
Questo lo sanno bene i tifosi e gli appassionati, ma anche Liberty Media che spera di rilanciare l’intera Formula 1 grazie al figlio del più grande di tutti i tempi, riproponendo la sigla identificativa “MSC” nelle grafiche di gara. A livello di immagine e di sponsor, il nome Schumacher potrebbe garantire al proprietario della F1 un ritorno economico maggiore.
Sicuramente anche Mick tiene conto di questo duro compito. Del resto, non deve essere facile essere figlio d’arte del pilota di F1 più titolato di sempre, cimentarsi nella stessa disciplina del proprio papà e vivere costantemente il peso del proprio cognome nello stesso team che lo ha reso indelebile.
Mick Schumacher, futuro in Ferrari
La Formula 1 è sempre stata uno sport rocambolesco, non solo per le velocità in pista, ma anche per la facilità con cui riesce a rinnovarsi dal punto di vista delle tecnologie e degli interpreti. Sembra passato poco tempo da quando nel 2000 Michael vinse il primo titolo iridato riportando il trofeo a Maranello dopo più di vent’anni, e ora vedere Mick pronto ad un futuro in Rosso fa un certo effetto.
Nato un anno prima dell’impresa del papà, Mick corre in Formula 2 con il team Prema, con cui ha già vinto il titolo in Formula 3. Entrato nella Ferrari Driver Academy nel 2019, deve prima laurearsi campione del mondo in Formula 2 per poter approdare nella massima categoria, ma al momento nessuno gli sta tenendo il posto: Ferrari quest’anno vede debuttare il giovanissimo Charles Leclerc, anche lui cresciuto nel vivaio del Cavallino, al fianco del campione tedesco - e amico di Mick - Sebastian Vettel. Proprio il quattro volte campione del mondo è in cerca del suo titolo in Rosso, ma è difficile fare pronostici circa il suo futuro, anche in caso di titolo iridato.
Quasi lo stesso si può dire dell’affiliata Alfa Romeo Sauber, dove il veterano Raikkonen ha due anni di contratto prima del probabile ritiro, mentre l’italiano Antonio Giovinazzi è stato appena promosso a guida titolare del team. Per Mick Schumacher l’imperativo è vincere in Formula 2 in attesa di trovare un posto in Formula 1, dove sicuramente approderà entro due stagioni.
Il figlio (d’arte) del più grande
In quanto sport rapidissimo, la Formula 1 più del calcio vede passare i testimoni dai padri ai figli. Lo abbiamo visto con Damon Hill che non vinse mai quanto papà Graham, lo abbiamo visto con Jacques Villeneuve che invece vinse un solo mondiale, impresa che non poté concludere papà Gilles.
Nelson Piquet Jr non ha brillato in Formula 1, rispetto ai tre titoli mondiali del padre, mentre Nico Rosberg ha dato tutto per vincere un titolo, nel 2016, e dimostrare forse a se stesso più che agli altri di essere all’altezza di papà Keke, pareggiando la sfida in famiglia. Tra gli esempi più recenti c’è Max Verstappen, che ancora giovane ha già dimostrato di essere più talentuoso del padre Jos.
Nessuno di questi, però, può sentire il peso di essere il figlio del più grande pilota di Formula 1 di tutti i tempi. I sette titolo mondiali di Michael (2 in Benetton e 5 consecutivi in Ferrari) pesano come un macigno e il ragazzo ne è perfettamente consapevole e felice. Dovrà quindi mostrare almeno un decimo della tenacia del padre e farsi strada nel Circus e già i tifosi saranno contenti di questo.
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