Forze Armate: smart working per l’emergenza Coronavirus

Antonio Cosenza

10/03/2020

Forze Armate: nuove disposizioni per l’emergenza Coronavirus. Smart working per chi è nelle caserme (e non è indispensabile).

Forze Armate: smart working per l’emergenza Coronavirus

Forze Armate e di Polizia: non solo scuole e uffici pubblici, anche per le caserme è autorizzato lo smart working. Da oggi - martedì 10 marzo 2020 - tutta l’Italia è zona rossa: su tutto il territorio, quindi, si applicano le stesse disposizioni per il contenimento del contagio da Coronavirus, ed è per questo che ci si potrà spostare da casa solamente in caso di necessità.

Le nuove disposizioni su cosa si può e su cosa non si può fare in questi giorni di restrizione (che per il momento varrà fino al 3 aprile 2020) avranno ripercussioni anche per le Forze Armate e di Polizia, per le quali sono state adottate delle nuove regole per il lavoro nelle caserme. Anche qui, infatti, si stanno adottando regole rigidissime per il contenimento dei contagi, con la promozione dello smart working (lavoro agile) per la maggior parte del personale.

Dal momento che il nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri invita tutti i cittadini a “restare a casa” e a muoversi solamente per “motivate e comprovate necessità”, anche nelle caserme viene deciso che solamente il personale ritenuto necessario per garantire l’operatività dovrà recarsi a lavoro: per gli altri è autorizzato il lavoro agile, così da poter restare a casa.

Coronavirus e Forze Armate: il lavoro nelle caserme

Nelle basi militari e delle Forze di Polizia si continueranno a garantire tutte le funzioni essenziali. Tuttavia, ci sarà un impiego limitato di personale, perché solamente quelli ritenuti “indispensabili” per il mantenimento dell’operatività dovranno recarsi “fisicamente” a lavoro rispettando nello stesso tempo tutte le regole per ridurre il contagio.

Nel dettaglio, per militari e civili verrà adottato un sistema a rotazione sulla base di un calendario di 14 giorni: in questo periodo chi non è in caserma dovrà comunque rendersi disponibile presso il proprio domicilio e dovrà svolgere - nel limite del possibile ovviamente - il proprio lavoro attenendosi alle disposizioni ministeriali in tema di “lavoro agile”.

Una norma che verrà adottata in questo periodo di emergenza, ma molti militari sperano che disposizioni di questo genere possano essere valide anche in futuro.

La possibilità che anche il pubblico impiego si sia aperto allo “smart working”, infatti, potrebbe essere la base da cui ripartire. D’altronde, ci sono diversi studi che parlano degli effetti positivi del “lavoro a distanza”, con vantaggi sia per la produttività che per l’ambiente (viste le minori emissioni di CO2 per gli spostamenti dei dipendenti).

Coronavirus e Forze dell’Ordine: le altre disposizioni

Come anticipato nella giornata di ieri, ci sono altre tutele - oltre alla possibilità di smart working per chi lavora in caserma - per il personale delle Forze dell’Ordine.

Ad esempio, viene stabilito che l’eventuale periodo trascorso in malattia - o anche in quarantena o in permanenza domiciliare fiduciaria - purché con sorveglianza attiva, è equiparato al periodo di ricovero ospedaliero.

Inoltre, ricordiamo che la Direzione Generale del Personale militare ha disposto che eventuali assenze dal servizio derivanti dai provvedimenti di contenimento del contagio saranno considerate comunque come “servizio prestato a tutti gli effetti di legge”.

Si attendono poi disposizioni riguardo alle Forze dell’Ordine che hanno difficoltà a conciliare il lavoro con la necessità di assistere i figli in questi giorni in cui le scuole resteranno chiuse a causa dell’emergenza. L’Arma dei Carabinieri si è già detta pronta a valutare le necessità del personale in divisa, garantendo la possibilità di frazionare i turni o di adottare degli orari difformi, ma anche dagli altri Corpi dovrebbero arrivare istruzioni a breve.

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