Dietro al prestito di alcuni diritti di voto in Generali ricevuti da Mediobanca ci sarebbe Bnp Paribas, che avrebbero agito per conto di altre compagnie.
Nella partita tra i soci del patto e Mediobanca ecco entrare in campo Bnp Paribas, intervenuta a sostegno di Piazzetta Cuccia negli ultimi sviluppi del capitale sociale di Generali.
Un articolo di Repubblica, infatti, indica la prima banca francese quale intermediario nell’operazione che ha portato Mediobanca a prendere in prestito un pacchetto di diritti di voto pari al 4,3% della compagnia assicurativa.
La mossa ha permesso a Mediobanca di allungare rispetto alla quota detenuta dall’alleanza tra Leonardo Del Vecchio, Francesco Caltagirone e altri soci.
Il sostegno di Bnp Paribas a Mediobanca in Generali
I francesi avrebbero organizzato il prestito di titoli per conto di alcune importanti istituzioni finanziarie sue clienti, tra cui si ipotizza il nome di Axa. Il prestito permetterà all’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, di arrivare all’assemblea del prossimo aprile da una posizione più forte, essendo il totale dei voti a disposizione della banca salito al 17,22% proprio grazie all’assist francese.
L’aumento della quota è stato anche confermato ufficialmente dall’aggiornamento delle partecipazioni rilevanti della Consob a seguito dell’operazione effettuata il 23 settembre.
Nel dettaglio, Mediobanca controlla diritti di voto sul 15.510%, mentre il restante 1.739% è stato trasferito a terzi a titolo di collaterale sottostante a operazioni di prestito titoli rientranti nell’ordinaria attività di mercato e richiamabili in qualsiasi momento.
Le azioni, in ogni caso, rientreranno nella proprietà di Mediobanca entro la data di pagamento del dividendo sulle azioni Generali prevista per il mese di ottobre 2021, spiegano dalla Consob.
Un patto segreto
Mediobanca si è chiusa nei “no comment”, in quanto l’accordo dal valore di 5-10 milioni di euro è garantito dalla riservatezza. Se il nome dell’intermediario è stato rivelato (anche se non ufficiale), Nagel non conosce i nomi dei clienti per conto dei quali è stata messa in piedi l’operazione.
Inoltre, Bnp non dovrà partecipare alle votazioni all’assemblea di Generali, evitando così di dover scegliere sul futuro di Philippe Donnet, attuale ad di Generali e anche lui francese, la cui carriera era iniziata proprio in Axa.
Secondo quanto scrive il giornale, Generali non voterebbe contro i rinnovi dei vertici attuali delle sue rivali, così come non farebbero Axa, Allianz, Groupama, Amundi e altri investitori, presenti anche alle ultime assemblee con quote frazionali.
Nuove manovre nel capitale di Generali
Nel frattempo, ieri Del Vecchio ha nuovamente aumentato la sua quota in Generali, ormai diventata un’attività settimanale per i soci del patto.
Tra il 24 e il 27 settembre, la controllata Delfina ha comprato altre 863 mila azioni, corrispondenti allo 0,055% del capitale, portando la quota di Del Vecchio al 5,188% di Generali.
Grazie a questa mossa e agli altri acquisti dei giorni scorsi, il patto di consultazione in vista del rinnovo dei vertici di Trieste arriva al 12,62%, con Fondazione Crt possessore dell’1,23% e Caltagirone detentore del 6,20%.
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