L’approccio gestionale dei sottoportafogli combina il meglio dei vari scenari. Capiamo il perché con l’aiuto di Amiral Gestion
Nel settore della gestione patrimoniale esistono due modelli di gestione consolidati:
- il tipico fondo d’autore, in cui la totale discrezionalità su cosa acquistare o vendere ricade su un singolo gestore;
- la struttura di un comitato di investimento in cui gli investimenti sono generalmente decisi a maggioranza o per consenso.
Nel tempo, però, sono emersi due chiari svantaggi a lungo termine di questi due approcci. Il più evidente nel caso di una gestione basata su un solo gestore è il ruolo che svolge il “pregiudizio” emotivo e comportamentale di una singola persona al momento di prendere delle decisioni di investimento.
«Siamo convinti che tutti noi, per quanto razionali, abbiamo dei pregiudizi comportamentali che abbiamo sviluppato nel corso del tempo basandoci sulle nostre esperienze e sul nostro bagaglio culturale. Questa caratteristica ineludibile può giocare a nostro sfavore in determinati momenti di mercato», ha precisato Amiral Gestion.
Dall’altro lato, la struttura dipendente dalle decisioni prese da un comitato di investimento tende ad essere abbastanza condiscendente e, generalmente, si nota la mancanza di un dibattito profondo e critico sulle decisioni prese in gruppo. E ciò si traduce nella ben nota tendenza ad accettare o ad adattarsi alle convinzioni e decisioni altrui.
E quindi, che sistema può sfruttare i vantaggi di entrambi i modelli e combinarli?
La gestione di sottoportafogli: quali vantaggi?
«Questo modello combina il meglio dei vari scenari: autonomia gestionale da parte del gestore, basata peraltro su un forte lavoro di squadra. In breve, i nostri fondi azionari e obbligazionari puri sono suddivisi in sottoportafogli, ciascuno dei quali è gestito da un responsabile completamente autonomo nella sua selezione dei titoli», spiegano gli analisti di Amiral Gestion.
La chiave di questo modello è che il gestore, prima di investire, deve condividere la sua idea di investimento con il resto del team per ricevere un input, delle critiche costruttive o delle opinioni contrarie che mettano in dubbio la validità della sua proposta.
«Questo ci porta ad eseguire un lavoro di analisi molto approfondito su ogni idea di investimento proposto e ci consente di analizzare da svariati punti di vista la stessa tesi di investimento».
Con tutti questi input e dopo aver discusso la sua idea, il manager potrà investire o meno in modo indipendente, senza dover dipendere da consensi o veti da parte del team. Se l’idea risultasse valida, il gestore consoliderà il proprio modello di analisi; viceversa, se l’idea risultasse sbagliata, sarà una buona occasione per tutti di imparare e migliorare l’analisi dei fattori per future occasioni.
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