Bank of America difende l’immobilismo della Bank of Japan di qualche giorno fa. Ecco perché BofA ritiene che la BoJ abbia fatto bene a non modificare la politica monetaria.
Pochi giorni fa la notizia dell’immobilismo della Bank of Japan nell’attuare modifiche alle attuali misure di politica monetaria ha colto di sorpresa i mercati. Le Borse non hanno preso bene la mancanza di nuove misure da parte della BoJ, chiudendo così la seduta di scambi in ribasso dopo la pubblicazione della notizia.
Eppure, stando alle analisi di Bank of America-Merril Lynch, la Bank of Japan potrebbe aver fatto la mossa giusta. La banca centrale nipponica infatti, implementando le misure monetarie in un periodo poco favorevole, sarebbe incorsa nel rischio di vedere quasi azzerate le munizioni future.
Borse deluse dall’immobilismo della Bank of Japan
Pochi giorni fa i mercati non hanno preso bene la notizia della non-azione di politica monetaria della Bank of Japan. L’istituto centrale nipponico ha infatti deluso e sorpreso i mercati, decidendo di non modificare le attuali politiche monetarie. La delusione degli operatori si è riflessa così immediatamente sul cambio USD/JPY ed il Nikkei, quest’ultimo sprofondato di oltre 3 punti percentuali.
L’immobilismo della BoJ si è riflesso anche nell’andamento delle altre Borse che hanno chiuso tutte in deciso calo a causa della forte rivalutazione dello Yen. Eppure, secondo gli analisti di Bank of America-Merril Lynch, la banca centrale giapponese ha fatto bene a non agire nell’ultima riunione.
BoJ ha fatto bene a non agire - Bank of America
Gli esperti ritengono che la BoJ, agendo nell’ultima riunione, avrebbe rischiato di erodere le munizioni a disposizione in un contesto poco favorevole di mercato. La banca centrale ha quindi deciso di tenere in serbo munizioni per il futuro. Per BofA la situazione attuale è da «essere dannati sia agendo che non facendo niente».
Comunque, gli effetti degli stimoli monetari perpetrati dalla BoJ sono limitati. La banca centrale la scorsa settimana ha tagliato le stime sulla crescita del PIL nipponico per il 2016-2017, tagliandolo all’1,2% contro una precedente previsione dell’1,5%.
Bank of America è scettica sul fatto che la BoJ debba piegarsi alle aspettative dei mercati. Secondo gli analisti delle banca americana, sarebbe infatti stato difficile per l’istituto centrale giapponese diminuire i tassi o aumentare il Quantitative Easing nell’ultima riunione.
Giappone: con tassi più negativi si rischia che il QE sia inefficace - BofA
L’introduzione di tassi negativi ha acceso un campanello d’allarme per la sostenibilità del QE ed un aumento monetario di quest’ultimo si sarebbe probabilmente tradotto in una riduzione della durata della politica monetaria espansiva.
La politica dei tassi di interesse negativi, ha costretto le banche a prestare i soldi parcheggiati alla BoJ ed è stata introdotta nella seconda parte di gennaio con una mossa inattesa da parte della banca centrale. Tuttavia, la politica non si è rivelata efficace come atteso, con lo Yen che ha iniziato contro-intuitivamente a rafforzarsi.
BofA fa notare come la politica dei tassi negativi applicati agli eccessi di riserve degli istituti di credito non abbia dato effetti fino a metà febbraio, con le banche che hanno trasferito i costi di finanziamento alle compagnie di gestione dei fondi.
BoJ non deve intervenire sul mercato - BofA
Questo ha costretto le compagnie di gestione a trasferire i costi sugli investitori, che hanno lavorato contro gli sforzi della BoJ di incoraggiare il riequilibrio dei portafogli attraverso asset più rischiosi. Qualche operatore di mercato si attendeva che la BoJ aumentasse la portata del QE sugli Etf e sui J-REITs ma anche questa monvra porta rischi secondo BofA.
Questo perché, secondo la casa d’affari americana, si sarebbe tradotto in un chiaro caso di supporto della banca centrale ai prezzi delle azioni, che potrebbe di conseguenza alimentare le domande su quale siano i limiti della politica monetaria.
Inoltre, un’azione del genere avrebbe dato l’impressione che la BoJ fosse a corto di munizioni tentando quindi una specie di “ultima spiaggia”.
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