La BoJ opta per non aumentare ancora lo stimolo all’economia in Giappone, nonostante il pericolo cina e i prezzi dell’energia. Sostanziali i ribassi sulle previsioni per PIL e inflazione.
La Banca del Giappone lascia la politica monetaria invariata. La BoJ annuncia la decisione di attendere ancora per espandere il programma di stimolo in corso all’interno dell’economia giapponese a seguito della seconda riunione annuale di politica monetaria, ribadendo la disponibilità di potenziare la base monetaria attuale a 80mila miliardi di yen.
Intanto dai media locali giunge la notizia che il governo giapponese si starebbe preparando ad un nuovo stimolo governativo per un ammontare di 3.000 miliardi di yen,
La BOJ ha riferito che la decisione è stata presa con una votazione di otto a uno.
Rilevanti i tagli sulle previsioni di inflazione e PIL. Le previsioni sull’inflazione 2015 (con conclusione dell’anno fiscale a marzo 2016) sono state tagliate dallo 0,7% allo +0,1%, segnando la quinta revisione al ribasso nell’ultimo anno.
Tagliate le previsioni sull’inflazione nel 2016 da +1,9% a +1,4%, segnando il terzo ribasso consecutivo. L’inflazione a lungo termine per il 2018 rimane invariata a +1,8%.
Peggiorano le aspettative della Banca centrale del Giappone anche sul PIL del Paese: la crescita nel 2016 sarà dell’1,2% contro il precedente 1,7% stimato.
La banca non amplia il programma di quantitative easing dallo scorso ottobre, nonostante la caduta dei prezzi del petrolio e le esportazioni più deboli, in particolare verso una Cina in via di rallentamento, abbiano reso più difficile per il Giappone raggiungere il target di inflazione al 2 per cento.
Kuroda ha sostenuto in passato che il mercato del lavoro, aumentando i salari e quindi la spesa dei consumatori, sarebbe stato sufficiente per aumentare l’inflazione. Il governatore ha osservato inoltre che i prezzi al consumo sono stati in crescita costante se esclusi dal calcolo il settore energetico e alimentare.
Prima della decisione sul QE e sui tassi di interesse della BoJ, il mercato era diviso sull’aspettative che la banca centrale del Giappone aumentasse il piano di stimolo all’economia durante la riunione di venerdì, anche se le scommesse si erano spostate verso un “nulla di fatto” dopo una serie di dati recenti più forti del previsto.
La produzione industriale è aumentata dell’1,0 per cento a settembre, dopo due mesi consecutivi di ribassi: la domanda proveniente dagli Stati Uniti e quella interna per automobili e cosmetici hanno compensato la debolezza della domanda di macchinari dalla Cina.
I prezzi al consumo armonizzati sono scesi dello 0.1 per cento annualizzato a settembre, mentre la spesa delle famiglie è scivolata dellì1,3 per cento rispetto all’anno precedente.
I membri della BOJ hanno riferito che le condizioni economiche risultano essere migliori rispetto allo scorso ottobre, quando la banca centrale aveva sorpreso i mercati allentando la politica monetaria.
Il Nikkei era in ribasso dello 0,6 per cento a 18,820.92 punti nel commercio subito dopo l’annuncio di politica monetaria, rispetto alla chiusura in rialzo a 18,907.60.
Sul cambio USD/JPY, il dollaro USA ha perso lo 0.3 per cento contro lo yen a quota 120,72, arrivando a toccare 120.29; gli operatori che avevano puntanto su un taglio dei tassi della BOJ hanno tagliato le posizioni post-annuncio.
Hiromichi Shirakawa, capo economista del Credit Suisse Securities Japan, ha commentato che la BOJ probabilmente aspetterà per vedere se la Federal Reserve statunitense aumenterà i tassi nel mese di dicembre prima di mettere in campo la mossa di alleggerimento.
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