L’Italia ha scelto di vaccinare anche i minorenni per raggiungere l’immunità di gregge: come noi molti altri Paesi hanno preso la stessa decisione.
La morte di Camilla, a soli 18 anni, dopo la somministrazione di una dose di Astrazeneca lascia, inevitabilmente, tanti interrogativi: ci si chiede se l’Italia faccia a bene a puntare anche sulla vaccinazione dei più giovani per raggiungere l’immunità di gregge, oppure se è preferibile lasciare bambini e ragazzi fuori dalla campagna vaccinale.
Ci sono dei Paesi che hanno scelto diversamente dall’Italia (ma, come vedremo, sono una minima parte), decidendo per adesso di non vaccinare i minorenni (eccetto che in alcune situazioni). Non sta a noi dire qual è la strategia migliore: possiamo limitarci, dati alla mano, a spiegare il motivo per cui in Italia si è deciso di vaccinare i più giovani, oppure a vedere quali sono effettivamente i Paesi che stanno facendo come noi e quelli che invece hanno optato per una strategia differente.
Il motivo per cui si decide di vaccinare anche i più giovani è chiaro: raggiungere un’immunità di gregge più ampia possibile così da limitare la circolazione del virus e ridurre le probabilità che insorgano delle varianti pericolose.
Ma quali sono quei Paesi che - come noi - hanno deciso di vaccinare anche i più giovani per raggiungere questo obiettivo? Scopriamolo.
Chi vaccina i più giovani: dove i minorenni possono sottoporsi al vaccino
Subito dopo la notizia della morte di Camilla, Matteo Salvini ha pubblicato un tweet polemico contro la strategia italiana di vaccinare tutti, dai più grandi ai più piccoli:
Vaccini a bimbi e ragazzi ‘sconsigliati’ da Paesi europei, riviste scientifiche e medici. Stop, sulla salute dei nostri figli e nipoti non si scherza".
Al che ci siamo chiesti: è davvero così? In Italia è partita la vaccinazione degli Over 18, ma l’intenzione procedere anche sui giovanissimi visto che comunque l’AIFA ha approvato l’utilizzo del vaccino Comirnaty (realizzato da Pfizer/BioNTech) anche nella fascia tra i 12 e i 15 anni.
Lo stesso in Francia, dove gli adolescenti (fascia 12-18) potranno cominciare a vaccinarsi per il Covid a partire dal 15 giugno.
In Spagna non vi è ancora la certezza, ma nei giorni scorsi il Ministro della Salute, Carolina Darias, ha annunciato di voler proporre alla Commissione della sanità pubblica l’autorizzazione a vaccinare gli adolescenti tra i 12 e i 17 anni prima dell’inizio dell’anno scolastico. Anche in Svizzera si è iniziato a vaccinare chi ha meno di 18 anni, mentre nel Regno Unito qualche giorno fa è stato approvato l’uso del vaccino Pfizer-BioNTech nei bambini di età compresa tra 12 e 15 anni, affermando che è sicuro ed efficace in questa fascia di età e che i benefici superano i rischi.
Diverso il caso della Germania: qui gli esperti hanno deciso che l’uso del vaccino Pfizer/BioNTech, autorizzato invece dall’AIFA per gli adolescenti, è consigliato nell’età compresa tra i 12 e i 17 anni solamente nei casi in cui questi abbiano delle patologie pregresse. Diversamente, non è necessaria la loro vaccinazione.
Chi più e chi meno, quindi, tutti i Paesi europei - e non solo - hanno deciso di procedere con la vaccinazione degli adolescenti, mentre per i bambini di età inferiore ai 12 anni il dibattito è ancora aperto.
Anche perché è bene ricordare, e questo già contrasta con quanto dichiarato da Salvini che ha parlato di “vaccino per ragazzi sconsigliato dai Paesi Europei”, che è stata proprio l’EMA (European Medicines Agency) ad autorizzare l’utilizzo del Pfizer/BioNTech sui minorenni (tra i 12 e i 17 anni). È vero che ci sono degli esperti che consigliano di non vaccinare i più giovani in quanto soggetti non a rischio, ma se si guarda al massimo organo europeo in tema di vaccini non sembrano esserci controindicazioni a riguardo.
E nel resto del mondo?
Anche negli USA, la Food and Drug Administration ha autorizzato l’uso del vaccino Pfizer BioNTech nella fascia 12-15 e l’intenzione degli Stati Uniti sembra quella di procedere alla vaccinazione dei più giovani entro l’inizio del prossimo anno scolastico.
In Cina, il vaccino Sinovac potrà essere invece somministrato anche nella fascia di età tra i 3 e i 17 anni. Dalla scorsa settimana, infatti, è arrivata l’autorizzazione delle autorità sanitarie cinesi.
Guardando alla situazione in Europa e nel mondo, quindi, sembra esserci la tendenza a voler vaccinare anche i minorenni, almeno fino ai 12 anni di età. Ci sono poi delle eccezioni, vedi il caso della Germania, ma nella maggior parte dei casi sembra esserci convergenza riguardo all’utilità di una campagna vaccinale che comprenda anche i più giovani.
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