Resta tutto da definire il futuro del governo Conte: l’unica cosa che appare certa è che, in caso di una crisi dei giallorossi, allo stato delle cose non ci saranno nuove elezioni prima del prossimo anno.
Tanto tuonò che alla fine non piovve. Ospite del salotto televisivo di Bruno Vespa ci si aspettava che Matteo Renzi lanciasse l’affondo decisivo nei confronti di Giuseppe Conte, ma il leader di Italia Viva non è andato oltre la solita litania che ormai ripete da settimane.
Al momento non è prevista nessuna sfiducia al premier o ad Alfonso Bonafede, con quella ad personam nei confronti del ministro della Giustizia che è stata rimandata a Pasqua dopo che si sarà consumato l’appetitoso pacchetto da 400 nomine previsto a marzo.
Il clima all’interno della maggioranza continua però a essere teso, con Palazzo Chigi al pari di PD e 5 Stelle che sarebbero ormai stufi di questa tattica del logoramento portata avanti da Renzi in pratica fin dalla ufficializzazione della sua scissione dai dem.
Con l’ipotesi dei “responsabili” che sembrerebbe essere tramontata e il referendum confermativo sulla riforma del taglio dei parlamentari del prossimo 29 marzo che incombe, questa legislatura al momento sembrerebbe essere blindata.
In caso però di una rottura totale tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte, con una crisi di governo anche nel breve le elezioni politiche comunque non si potrebbero tenere stando a un calcolo fatto da Agi prima del 6 settembre, ma a quel punto ogni discorso verrebbe rimandato al 2021 per non correre rischi con la legge di Bilancio.
Niente elezioni politiche subito
Anche tra i più ottimisti di Lega e Fratelli d’Italia ormai starebbe maturando questa convinzione: nonostante il Conte bis sia più ballerino del primo, questa legislatura appare destinata ad andare avanti.
L’unica speranza che ancora rianima gli ultras delle voto subito è la ferma convinzione del Presidente Mattarella che, di recente, più d’una volta ha fatto intendere come caduto questo governo non ci sarà altra soluzione che le urne.
Matteo Renzi da tempo è iperattivo nel cercare di mandare a casa Giuseppe Conte, ma al tempo stesso l’ex sindaco di Firenze non vorrebbe delle elezioni anticipate considerando che con il 4% attestato a Italia Viva dagli ultimi sondaggi non andrebbe da nessuna parte.
Come esplicitato anche durante l’ospitata a Porta a Porta, l’ideale per Renzi sarebbe quello di una sorta di governo istituzionale, coinvolgendo quindi anche il centrodestra, per realizzare delle riforme come quella dell’elezione diretta del presidente del Consiglio.
Una proposta questa comunque destinata a cadere nel vuoto, visto che andrebbe a genio soltanto a Forza Italia: sia la Lega che Fratelli d’Italia infatti, seppur ingolositi dal presidenzialismo, non entrerebbero mai in un governo del genere visto che rischierebbero di generare una sorta di rivolta nel proprio elettorato.
A rendere tutto più complicato c’è poi il referendum sul taglio dei parlamentari del 29 marzo che, vista la scontata vittoria del Sì, renderebbe poi necessaria una nuova legge elettorale oppure almeno la ridefinizione dei collegi del Rosatellum.
Anche se dovesse sopraggiungere una crisi di governo fulminea, considerando i 60 giorni per ridisegnare i collegi elettorali e il successivo scioglimento delle Camere, la prima data utile per il voto sarebbe quella del 6 settembre.
Visto che come già avvenuto la scorsa estate il voto a settembre piace a pochi, anche per motivi di sessione di bilancio, se mai ci dovessero essere delle elezioni anticipate queste con ogni probabilità ci saranno soltanto nel 2021.
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