Governo, strappo M5S su nomine partecipate. Di Battista: “Bloccare Descalzi”

Mario D’Angelo

19/04/2020

Alessandro Di Battista e altri puristi del M5S contro il Governo, che ha confermato il tanto criticato Descalzi al vertice di Eni

Governo, strappo M5S su nomine partecipate. Di Battista: “Bloccare Descalzi”

Movimentisti di piazza contro il M5S di palazzo. Ieri, sabato 18, si sono formalizzate le nomine dei vertici di partecipate dello Stato come Leonardo e Eni. Proprio la conferma dell’AD di quest’ultima, Claudio Descalzi, potrebbe provocare nel Movimento 5 Stelle uno strappo senza ritorno fra puristi come Alessandro Di Battista e gli attuali vertici.

Governo, polemica su nomine partecipate

In un Paese fermo come l’Italia, il governo Conte non ha ritenuto opportuno fermare le nomine di amministratori delegati e presidenti delle partecipate. L’esecutivo ha prestato così il fianco al malcontento sia interno che esterno alla maggioranza.

Al centro del mirino dei detrattori (sia esterni che interni) c’è l’Eni: il membro del cda del Fatto Quotidiano Lucia Calvosa ne è diventata presidente, mentre è stato riconfermato l’ad Descalzi, aspramente criticato dal M5S negli anni passati per via delle accuse di corruzione internazionale.

Di Battista: Descalzi irricevibile

Diversi esponenti di spicco del Movimento 5 Stelle, nella giornata di ieri, hanno manifestato una certa agitazione sui social network. L’anima radicale del M5S, Alessandro Di Battista, ha scritto una lettera aperta su Facebook in cui ripercorre la vicenda della “più grande presunta tangente della storia italiana (1,1 mld)” che “vede protagonista come imputato per corruzione internazionale l’ad di ENI Claudio Descalzi”.

Di Battista ricorda come il M5S sia “padre dell’unica vera legge anti-corruzione che l’Italia si sia data” e, pertanto, la riconferma di Descalzi è “totalmente irricevibile”.

“Con questo appello, aperto a chiunque lo voglia condividere, chiediamo di bloccare la nomina a qualsiasi livello, di coloro che, sulla base delle nostre regole, non potrebbero neanche essere candidati al consiglio di circoscrizione”. La lettera è stata sottoscritta da altri parlamentari nazionali e regionali del Movimento come Giulia Grillo, Barbara Lezzi, Mario Michele Giarrusso e Nicola Morra.

Si tratta dell’ennesima polemica interna senza esiti o l’ultima tornata di nomine ha segnato uno strappo definitivo fra le posizioni di Luigi Di Maio ed Alessandro Di Battista?

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