Lo stipendio e la biografia di Claudio Descalzi, il manager che è stato riconfermato dal governo Meloni nel ruolo di amministratore delegato di Eni, incarico che ricopre dal 2014.
Quanto guadagna Claudio Descalzi, recentemente riconfermato nel ruolo di amministratore delegato di Eni dal governo Meloni?
Claudio Descalzi può essere considerato una sorta di “mosca bianca” nel variegato - e machiavellico - universo dei top manager nostrani, sia per quanto riguarda la sua carriera sia per i rapporti con la politica.
Leggendo il curriculum di Descalzi, infatti, il primo aspetto che salta all’occhio è che finora questo dirigente d’azienda laureato in Fisica ha lavorato soltanto in un’azienda: Eni. Un’autentica rarità visto che in Italia, specie nelle partecipate, siamo abituati a dei manager che vengono spostati come fossero delle figurine.
Altra cosa particolare di Claudio Descalzi è che, dopo essere stato nominato nel 2014 amministratore delegato di Eni dall’allora governo Renzi, è stato riconfermato nel ruolo anche dai successivi esecutivi, per ultimo quello guidato da Giorgia Meloni.
Ma quanto guadagna Claudio Descalzi? Vediamo allora lo stipendio e la biografia dell’amministratore delegato di Eni fresco di riconferma dopo che, nel 2022, ha portato l’azienda ad avere un utile record di 13,3 miliardi.
La biografia di Claudio Descalzi
- Nome: Claudio Descalzi
- Data di nascita: 27 febbraio 1955
- Luogo: Milano
- Famiglia: sposato con quattro figli
- Istruzione: laurea in Fisica
- Lavoro: dirigente d’azienda
- Ruolo: amministratore delegato di Eni
Curiosità: sua moglie Marie Madeleine Ingoba è congolese, conosciuta durante il periodo in cui il manager è stato managing director di Eni nel Paese africano.
La biografia di Claudio Descalzi è piuttosto atipica rispetto alle altre dei grandi manager italiani: dopo essersi laureato in Fisica nel 1979 all’Università degli Studi di Milano, nel 1981 è entrato in Eni come ingegnere di giacimento e da allora non ha più lasciato il cane a sei zampe.
Negli anni Descalzi ha scalato rapidamente tutti i gradini del colosso operante nel settore degli idrocarburi, arrivando ben presto a ricoprire la carica di direttore dell’area geografica Africa, Medio Oriente e Cina. Nel 2005 è diventato Vice Direttore Generale di Eni - Divisione Exploration & Production, con la scalata che si è conclusa nel 2014 quando il governo Renzi lo ha nominato amministratore delegato dell’azienda.
Successivamente, Claudio Descalzi è stato confermato alla guida di Eni anche nel 2017 (governo Gentiloni), nel 2020 (secondo governo Conte) e nel 2023 (governo Meloni).
Oltre al ruolo apicale in Eni, questi sono gli altri incarichi e riconoscimenti riportati nella sua biografia: “È componente del Consiglio Generale e dell’Advisory Board di Confindustria e Consigliere di Amministrazione della Fondazione Teatro alla Scala. È membro del National Petroleum Council. È uno dei CEO fondatori della Oil and Gas Climate Initiative ed è stato insignito dall’Atlantic Council del Distinguished Business Leadership Award 2022”.
Quanto guadagna Claudio Descalzi? Lo stipendio dell’amministratore delegato di Eni
Per il suo ruolo di amministratore delegato di Eni, stando a quanto si apprende, Claudio Descalzi dovrebbe ricevere uno stipendio fisso annuale di 1,6 milioni di euro, più diversi bonus e indennità.
Nel 2021 il manager avrebbe ricevuto un compenso totale pari a 5,85 milioni, mentre nel 2020 il suo stipendio è stato di 6 milioni di euro, secondo Wikipedia.
Per quanto riguarda il 2018 il giornalista Gianni Dragoni ha scritto che lo stipendio monetario ricevuto da Descalzi è stato “pari a 5,963 milioni di euro, al lordo delle tasse e contributi previdenziali e sanitari”, con “un bell’aumento, il 34,8 per cento in più, rispetto al 2017, quando Descalzi aveva incassato 4,423 milioni”. Il tutto grazie ai sostanziosi bonus previsti per l’amministratore delegato di Eni.
“La busta paga dell’a.d. e direttore generale del gruppo energetico - ha scritto nel 2019 Dragoni nel suo blog - è composta da una parte fissa di 1,6 milioni e da una quota variabile di 4,316 milioni: si tratta del bonus per i risultati, in parte è l’incentivo annuale 2018 (quasi 2 milioni), in parte sono gli incentivi di lungo termine triennali attribuiti nel 2015 (2,32 milioni) che vengono incassati negli anni successivi. Così come altri incentivi legati al 2018 sono differiti agli anni successivi. Oltre a questo ci sono 20.300 euro di indennità per le trasferte, in ambito nazionale e all’estero”.
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