Grecia, Tsipras annuncia il rimpasto del Governo: i profili dei nuovi ministri

Simone Micocci

18 Luglio 2015 - 13:45

Grecia: Tsipras taglia i dissidenti dal Governo, ma le nuove nuove nomine lasciano numerosi dubbi. Molteplici i rifiuti causati dal rischio di chiusura anticipata della Legislatura.

Grecia, Tsipras annuncia il rimpasto del Governo: i profili dei nuovi ministri

Nella giornata di ieri, Tsipras ha annunciato il rimpasto del Governo utile per portare avanti gli accordi presi tra la Grecia e i paesi europei creditori.

Nel nuovo Governo, Tsipras ha sostituito tutte le personalità dell’ala radicale di Syriza, contrarie agli accordi presi dalla Grecia in sede di trattativa.

Tuttavia, sono state molte le difficoltà di Tsipras nella ricerca dei sostituti, a causa delle voci per cui le nuove elezioni politiche potrebbero tenersi già a settembre.

Il risultato è che i nuovi ministri e viceministri scelti da Tsipras non sembrano avere le capacità per guidare la Grecia in questo periodo difficile, in cui il Governo dovrà intervenire sul sistema giudiziario, sul codice civile e nella pubblica amministrazione.

Grecia: il nuovo Governo

Analizzando il rimpasto effettuato da Tsipras, emerge il basso spessore politico dei sostituti, a dimostrazione che il nuovo Governo dovrebbe durare massimo tre mesi, dopo i quali si tornerà alle elezioni.

Riguardo ai prescritti c’è da rilevare che provengono dal’ala intransigente di Syriza, contraria alla lista di accordi presi con i governi creditori.

In sostanza, sono stati sostituiti due ministri e otto fra viceministri e segretari, anche se la scelta dei sostituti si è rivelata più difficile del previsto (i risultati ne sono la dimostrazione):

  • L’immigrazione è uno dei tanti problemi che attanagliano la Grecia: in media sul territorio ellenico sbarcano mille immigrati al giorno.
    Tassìa Christodoulopoulos, membro del Comitato Centrale di Syriza, dovrà cercare di risolvere questa situazione difficile, lei che in precedenza si è occupata prettamente dei diritti di carcerati tossicodipendenti e rifugiati;
  • L’economista e professoressa Rania Antonopoulos si occuperà di disoccupazione;
  • Il dicastero dell’ambiente energia e ricostruzione, precedentemente presieduto da Lafazanis, viene diviso in due parti, affidate a Skourletis e Katrougalos;
  • Per il Ministero degli Interni Tsipras ha scelto un tecnico, il professore di Scienze Politiche Xristoforos Vernardakis;
  • Fa discutere la scelta di Tsipras di nominare Pavlos Haikalis come viceministro alla sicurezza sociale. Questo, appartenente alla destra radicale, è un ex-attore con poche competenze specifiche per un settore che in questo periodo dovrà affrontare un compito delicato. Infatti, nell’accordo europeo è prevista una riforma delle pensioni che dovrà seguire gli obiettivi indicati: aumento dei contributi previdenziali e innalzamento dell’età di ritiro;
  • Dubbi anche sulla nomina del vice Ministro delle Finanze: Tryfon Alexiadis, pur essendo presidente del sindacato degli esperti contabili, non sembra avere l’esperienza necessaria per un compito così complesso;

Grecia: dubbi sul nuovo Governo

Queste nomine fanno discutere per lo scarso spessore politico dei sostituti. Nei prossimi mesi la Grecia si troverà a fronteggiare una situazione difficile, con il Governo che, seguendo le linee guida dell’accordo preso con i paesi creditori, dovrà attuare una serie di delicate riforme.

Vista questa situazione, in pochi hanno accettato di coprire i ruoli vaganti, a causa anche della prospettiva per cui la Legislatura potrebbe durare non oltre i tre mesi.

Aumenta quindi lo scetticismo intorno a Tsipras, che a causa di una mancanza di risorse umane, rischia di non riuscire a eseguire gli interventi necessari per adempiere ai termini dell’accordo.

Intanto l’ala dissidente è compatta intorno alle figure degli ex-ministri Lafazanis e Yanis Varoufakis: l’accusa mossa a Tsipras è di non aver mantenuto gli impegni presi con il popolo greco che nel referendum si era mostrato contrario a un accordo con l’Unione Europea.

Accordo che invece va avanti, pur nella difficoltà di un Esecutivo non all’altezza della situazione.

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