L’ipotesi di un default si fa sempre più concreta per la Grecia e Moody’s mette in guardia sulla possibilità di un blocco dei depositi bancari, per evitare la fuga di capitali all’estero.
Il momento della resa dei conti per la Grecia si fa sempre più vicino e, soprattutto, sempre meno procrastinabile. La vicenda greca che continua a permanere in un sostanziale stato di incertezza e di stallo, per il mancato raggiungimento di un accordo tra la stessa Grecia e i creditori internazionali, ha preso, in questi ultimi giorni, una piega sinistra che sta avendo conseguenze evidenti anche sui mercati finanziari.
A tal proposito occorre considerare soprattutto quali sono gli scenari che si configureranno nei prossimi mesi, scenari di cui l’agenzia di rating Moody’s ha dato una prima anticipazione, ritenendo sempre più concreta la possibilità di misure restrittive del settore del credito greco, con il conseguente blocco dei depositi bancari.
Grecia tra debiti e ultimatum
Al momento la Grecia sembra essere sempre più vicina al suo definitivo default. Le riforme proposte dal Governo Tsipras continuano a essere rigettate dall’Europa ed è tornata in ballo l’ipotesi di una ristrutturazione del debito greco, ipotesi che costituirà il nocciolo della proposta politica che Tsipras presenterà oggi al vertice di riga, con Juncker, Merkel e Hollande.
La ristrutturazione del debito greco sembra essere, ormai, l’ultima soluzione plausibile, l’ultima carta da giocare prima del default che ormai sembra essere sempre più probabile, dal momento che il 5 Giugno la Grecia deve rimborsare all’FMI 300 milioni di euro. Rimborso questo che, a suon di ultimatum, la Grecia ha detto di non essere disposta a effettuare, dal momento che non ha più le risorse economiche per farlo.
Le casse dello Stato greco sono vuote e se la poca liquidità che vi è in esse dovesse essere sacrificata per ripagare i debiti con i creditori internazionali, nei primi giorni del prossimo Giugno dovrebbero essere sacrificati gli stipendi dei lavoratori statali e dei pensionati greci.
Un prezzo decisamente troppo alto per i parlamentari di Syriza, il cui portavoce, Nikos Filis ha già fatto sapere che
«Non ci sono fondi (...) non daremo soldi ai creditori»
Consapevolezza, questa, propria anche del premier Tsipras che avrebbe mandato una lettera al direttore generale dell’FMI, Christine Lagarde, avvisandola della situazione delle casse greche che erano già a secco lo scorso 12 maggio, momento in cui è stato possibile rimborsare l’FMI, solo attraverso le stesse riserve finanziarie greche, già presenti presso l’FMI.
Il default greco secondo Moody’s
Nonostante ieri la BCE abbia concesso ulteriori 200 milioni di euro al Fondo ELA, il fondo di liquidità d’emergenza, per le banche greche e abbia rinviato lo sconto sul valore dei titoli di stato greco necessario proprio per colmare le concessioni fatte sulla liquidità bancaria, gli operatori finanziari sono sempre più convinti dell’imminente default della Grecia.
Moody’s in particolare, in una nota diffusa recentemente, ritiene molto vicina e molto probabile l’ipotesi di una crisi di liquidità per le banche greche che potrebbe rendere maggiormente concreta la possibilità di misure dirigiste dal parte del Governo greco.
Le ipotesi più probabili sono quelle di un congelamento dei depositi bancari e di un controllo dei trasferimenti di capitali, al fine di evitare che i correntisti trasferiscano all’estero la propria liquidità, come già, peraltro, hanno incominciato a fare da alcuni mesi.
La nota di Moody’s spiega anche che molto concreto il rischio di tensioni sugli istituti di credito greci per i prossimi 12-18 mesi, se non si dovesse arrivare a un accordo sulle riforme, o comunque a un accordo politico, che liberi l’ultima tranche di aiuti da 72, mld di euro ancora non concessa dai UE, BCE e FMI.
Che il default sia ormai una possibilità concreta è un opinione diffusa non solo in ambito finanziario: anche il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaueble, dopo aver bocciato la possibilità di una concessione a rate dell’ultima tranche di aiuti, ha spiegato che la situazione attuale è molto diversa da quella del 2012 e che, differentemente da allora, oggi non si potrebbe affermare, con altrettanta certezza, che per la Grecia il default è totalmente da escludere.
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