Il ministro delle Finanze Greco rassicura l’FMI riguardo al rimborso dei debiti in scadenza ma sono ancora numerosi i nodi da sciogliere con l’Unione Europea a proposito del piano di riforme strutturali.
La settimana attuale si configura per la Grecia come l’ennesimo banco di prova per la propria sopravvivenza: mentre sullo scenario internazionale sono arrivate importanti rassicurazioni nei confronti del Fronte Monetario Internazionale, rimangono ancora aperti altri fronti caldi come quello russo e quello delle riforme strutturali al vaglio delle istituzioni europee; dai partner continentali arriva, poi, un altro, inquietante, invito: quello alla formazione di un nuovo esecutivo maggiormente moderato che sposti il consenso al centro.
Nel vertice di Pasqua tenutosi due giorni fa tra il Ministro delle Finanze Greco Yanis Varoufakis e il presidente del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde, a Washington, sono state fornite importanti rassicurazioni ai creditori internzionali. Varoufakis ha, infatti, fatto sapere che la Grecia rimborserà per intero all’FMI, la somma di 458 milioni di euro, in scadenza il prossimo venerdì 9 Aprile.
Grande apprezzamento per questo segnale è stato manifestato da Lagarde che ha spiegato, a margine dell’incontro,
«Ci siamo scambiati i nostri punti di vista sugli sviluppi attuali e ci siamo detti d’accordo sul fatto che un’efficace cooperazione è nell’interesse di tutti. Abbiamo osservato che la continua incertezza non è nell’interesse della Grecia»
Christine Lagarde ha anche sottolineato che dall’incertezza la Grecia può uscire solo varando un piano di riforme strutturali che l’Europa possa avallare, al fine di concedere l’ultima tranche di aiuti internzionali prevista dal piano di salvataggio, che consentirebbe alla Grecia anche di ripianare i debiti di prossima scadenza. Il numero uno dell’FMI ha espresso apprezzamento
«per l’impegno del ministro a migliorare le capacità del team tecnico di lavorare con le autorità per la necessaria due diligence ad Atene, e rafforzare la discussione politica con i team a Bruxelles (...) il Fondo resta impegnato a lavorare con le autorità per aiutare la Grecia a tornare sulla strada della crescita sostenibile»
Una crescita sostenibile su cui però, almeno nell’immediato si nutrono forti dubbi. Nei giorni immediatamente precedenti alla pausa pasquale erano emersi forti dubbi sulla capacità di Atene di riuscire nel mese di Aprile, sia a pagare i debiti in scadenza con l’FMI, sia a pagare gli stipendi del settore pubblico e le pensioni del mese di Aprile.
Anche se il Governo Greco ha smentito le notizie che davano quasi per certa una imminente crisi di liquidità il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, ha incontrato a Washington anche i funzionari del ministero del Tesoro USA mentre non va dimenticato che nella giornata di domani il premier Tsipras volerà a Mosca per un incontro ufficiale con Vladimir Putin.
Il piano di riforme
Il nodo più importante ancora da sciogliere è sicuramente quello delle riforme strutturali. Il nuovo pacchetto di riforme presentato la scorsa settimana per sbloccare i finanziamenti internazionali è ancora al vaglio dei tecnici dell’Unione Europea e dello stesso FMI.
Al di là dello specifico pacchetto di riforme Varoufakis ha dichiarato, in un intervento sul quotidiano greco Naftemporiki, che intederebbe comunque arrivare a un’intesa, almeno preliminare, con i creditori internazionali entro il prossimo 24 Aprile, attraverso un nuovo accordo che si baserebbe su cinque punti cardine: una soglia di avanzo primario al 1,5% (quindi molto ridotta rispetto a quella perseguita dal precedente Governo Samaras, al 4,5%), una ristrutturazione del debito pubblico greco che, evitando il ricorso al taglio vero e proprio del debito, colleghi i rimborsi che la Grecia dovrà effettuare nei confronti dei propri creditori, all’andamento del PIL nominale, quindi alla crescita. Gli altri punti previsti dall’accordo, prevederebbero le tanto discusse riforme strutturali, la costituzione di una bad bank per l’assorbimento delle sofferenze bancarie e, infine, uno specifico pacchetto di investimenti finanziati dalla BEI e dal Fondo Europeo per gli Investimenti, appositamente definito per la Grecia.
Lo scetticismo Europeo e l’incognita russa
Certo è che, al di là dei buoni propositi greci, l’incontro tra Varoufakis e Lagarde si è configurato anche come l’ennesima occasione per invitare il governo greco ad accorciare i tempi di attuazione delle riforme strutturali.
Secondo indiscrezioni del Financial Times sarebbero, infatti, sempre maggiori i dubbi di molti governi europei riguardo a tale tema e, alcuni ministri delle Finanze dell’UE avrebbero anche notato, a tal proposito, che l’attuazione di riforme che l’Europa possa considerare veramente valide ed efficaci potrebbe avvenire solo se Tsipras scaricasse la parte più estrema del proprio partito e formasse una nuova coalizione con il Pasok e To Potami, due partiti di centro sinistra che, attualmente, non fanno parte del Governo Greco.
Tsipras in altri termini dovrebbe scegliere se fare il premier o il leader di Syriza, stante la certezza che l’attuale governo Tsipras non può sopravvivere ancora a lungo se permane in una fase di incertezza come quella che si è configurata finora, una incertezza che potrebbe essere lasciata alle spalle solo riconfigurando la compagine di governo.
A tal proposito Varoufakis non ha mancato di notare che le voci lasciate circolare dai ministri delle Finanze Europei sono solo l’ultima manifestazione di una cattiva gestione della crisi greca e della fase negoziale con il nuovo esecutivo, guidato da Tsipras:
«È ovvio che l’approccio nei confronti del nostro governo, almeno sul tema della liquidità, è totalmente diverso rispetto a quello verso il precedente. Questa politica di discriminazione minaccia il principio di non intervento da parte delle istituzioni nelle affari nazionali degli Stati membri dell’Unione»
Un ulteriore, importante, chiarimento, Varoufakis l’ha fornito a proposito dei rapporti tra Grecia e Russia e a proposito della visita di domani di Tsipras a Mosca: Atene non chiederà alla Russia un’assistenza finanziaria di natura alternativa a quella europea e occidentale ma accordi di sicura rilevanza potrebbero essere stretti, riguardo al blocco delle importazioni (e a una sua possibile attenuazione, almeno nei confronti della Grecia) che la Russia ha sancito in seguito alle sanzioni comminate dall’Europa per il conflitto in Ucraina.
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