Green pass, perché l’Italia non può fare come la Francia (per ora)

Alessandro Cipolla

15 Luglio 2021 - 10:15

L’Italia seguirà il modello francese su vaccini obbligatori e green pass? Forse, ma non prima di settembre: al momento non ci sono abbastanza dosi disponibili per tutti.

Green pass, perché l’Italia non può fare come la Francia (per ora)

L’Italia seguirà il “modello francese” per quanto riguarda il green pass? Mentre la politica si divide sul tema, una cosa appare comunque certa: una eventuale stretta non arriverà prima di settembre, visto che al momento nel nostro Paese c’è penuria di vaccini.

Come scrive La Repubblicai vaccini disponibili da adesso a Ferragosto sono quasi tutti già prenotati”, quindi sarebbe difficile “far partire prima la misura visto che chi fosse intenzionato a rispettarla non potrebbe farlo perché non troverebbe un posto libero per la somministrazione”.

Del resto basta vedere i numeri della nostra campagna vaccinale negli ultimi giorni per comprendere le attuali difficoltà: lo scorso 12 luglio su 551.000 somministrazioni totali, le prime dosi sono state solo 79.000.

Non sarebbe così un caso che molte Regioni abbiano congelato le nuove prenotazioni, a causa delle minori consegne da parte di Pfizer e dello scarso utilizzo dei vaccini di AstraZeneca e Johnson & Johnson.

Un aspetto questo della disponibilità dei vaccini colpevolmente trascurato nel dibattito sull’utilizzo del green pass: se in Francia negli ultimi giorni ci sono state oltre 2 milioni di prenotazioni, in Italia al momento non sarebbe possibile soddisfare materialmente una platea simile.

Green pass: in Italia la stretta ci sarà a settembre?

Quando Emmanuel Macron ha annunciato la sua stretta sul green pass, a breve in Francia dovrebbe diventare obbligatorio per poter utilizzare aerei e treni oltre che per entrare in luoghi ad alta socialità come bar o ristoranti, il Presidente ha invitato i suoi cittadini a prenotarsi vista la disponibilità Oltralpe di milioni di vaccini.

Le ventimila prenotazioni al minuto che si sono verificate nei giorni successivi sono di conseguenza musica per le orecchie dell’Eliseo, che conta di accelerare nella campagna vaccinale per evitare una quarta ondata causata dalla variante Delta.

In Italia il Partito Democratico, diversi presidenti di Regione e buona parte della scienza, ha subito chiesto al Governo di prendere un provvedimento simile a quello francese in materia di green pass: al momento infatti nel nostro Paese sono circa 20 milioni i cittadini che non hanno ricevuto neanche una dose.

Contrari invece Lega e Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni che ha parlato di “follia anticostituzionale”, mentre dalle parti di Palazzo Chigi tutto tace: i ministri competenti sarebbero a lavoro per trovare una sorta di compromesso, con il green pass che potrebbe diventare obbligatorio per stadi e discoteche ma non per bar e ristoranti.

Considerando le poche dosi di Pfizer attualmente in magazzino, il sentore è che un giro di vite da noi possa arrivare soltanto a settembre: in Italia in questo momento non si potrebbe materialmente far fronte a un boom di prenotazioni, ma il commissario Figliuolo continua a dirsi fiducioso per le consegne relative a questo trimestre.

Un sondaggio di Euromedia Research pubblicato su La Stampa, ha però evidenziato come in caso di una stretta in stile modello francese, soltanto il 10% di chi non è vaccinato sarebbe spinto a sottoporsi alla somministrazione, mentre il 53% rinuncerebbe alle uscite pur di evitare l’inoculazione.

In questo scenario, appare arduo poter raggiungere a settembre l’obiettivo dell’80% dei cittadini immunizzati: con la variante Delta che avanza, il Governo qualcosa dovrà fare ma con una maggioranza così spaccata sarà difficile per Draghi trovare una sintesi che possa accontentare tutti.

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