Come finirà la guerra commerciale? 4 scenari

C. G.

20 Febbraio 2019 - 10:58

Guerra commerciale: cosa accadrà nel 2019? 4 possibili scenari

Come finirà la guerra commerciale? 4 scenari

La guerra commerciale tra Cina e USA esplosa ufficialmente nel 2018 si è protratta anche nel nuovo anno.

In occasione dell’ultimo G20 di Buenos Aires, però, le due potenze hanno compreso la necessità di firmare un tregua di 90 giorni, con l’obiettivo di raggiungere l’agognato compromesso.

Dopo il primo round di negoziati tenutisi a Pechino, i funzionari di USA e Cina si sono incontrati di nuovo questa settimana a Washington. Nonostante l’ottimismo appaia oggi diffuso, diversi analisti si sono interrogati sul futuro della guerra commerciale.

Tra questi Nathan Sheets, chief economist di PGIM Fixed Income, gestore delegato di Pramerica SGR, che ha delineato i 4 possibili scenari che potrebbero verificarsi nel 2019.

Guerra commerciale: i 4 scenari 2019

Secondo gli esperti Cina e Stati Uniti raggiungeranno presto un accordo commerciale che tuttavia vedrà la luce soltanto nella seconda metà del 2019. Nel primo semestre dell’anno Pechino sarà impegnato a frenare il rallentamento economico, mentre Washington lavorerà al sostentamento del mercato interno.

Nonostante lo scenario più probabile sia quello della distensione, gli analisti non hanno escluso la possibilità di un peggioramento delle relazioni tra i due Paesi. Cosa accadrebbe se Trump perdesse la pazienza negoziale e decidesse di rialzare i dazi? O ancora quali conseguenze avrebbe un accanimento USA nei confronti del settore auto?

In entrambi i casi, l’inasprimento dei rapporti potrebbe avere un impatto negativo sull’andamento dei mercati.

Scenario 1: De-escalation

I negoziati accelerano per volere di entrambe le parti e l’accordo commerciale viene raggiunto già in primavera.

Uno scenario poco probabile secondo gli esperti, convinti che i colloqui dureranno ancora a lungo. Più plausibile forse un accordo di principio con il quale la Cina potrebbe impegnarsi ad acquistare più gas naturale liquefatto e prodotti agricoli.

Scenario 2: Soft De-escalation

L’accordo commerciale viene raggiunto nell’estate/autunno del 2019 non senza continui colpi di scena e minacce dagli USA.

In questo caso l’intesa potrebbe prevedere passi in avanti su diversi fronti tuttavia ancora limitati, dalla bilancia commerciale alla proprietà intellettuale. Possibile anche l’impegno USA a non introdurre nuovi dazi e a ridurre quelli già in vigore nell’arco di 12 mesi.

“Nel complesso è questo lo scenario che, dal nostro punto di vista, bilancia meglio le considerazioni precedenti,”

ha affermato l’esperto.

Scenario 3: Rallentamento

Nonostante i continui negoziati l’accordo non viene trovato durante il 2019. USA e Cina perdono interesse a chiudere la guerra commerciale e i negoziati arrivano allo stallo.

Secondo gli analisti lo scenario (improbabile) potrebbe concedere a entrambe le parti più tempo per riflettere e per trovare più avanti un’intesa migliore. In ogni caso le decisioni non potranno essere rimandate.

Scenario 4: Escalation

Ipotesi A: negoziati falliscono, la guerra commerciale si riaccende e i dazi tornano a minacciare la Cina. Ipotesi B: l’offerta di Pechino delude Trump che si vendica con un nuovo round di tariffe.

In entrambi i casi, l’escalation della tensione potrebbe avere un impatto negativo sull’economia USA e sui mercati.

Conclusioni

A prescindere dai 4 scenari citati, gli analisti credono che la guerra commerciale si concluderà nei prossimi 12 mesi.

“Per quanto non si tratterà di un percorso privo di ostacoli, è probabile che ogni passo avanti in quest’ambito rappresenterà un elemento positivo per i mercati e per gli asset di rischio.”

Trump sarà costretto ad agire con maggiore attenzione dato l’avvicinarsi delle elezioni USA 2020. Tutto ciò non eliminerà i rischi di sorprese dalla Casa Bianca, soprattutto sul fronte dazi e comparto auto.

“Entrambi gli interventi potrebbero esercitare un effetto negativo creando potenzialmente un’importante ventata di avversione al rischio tanto negli Stati Uniti quanto sui mercati globali. In secondo luogo, è probabile che nessun tipo di accordo con la Cina sia in grado di dissipare completamente i timori relativi alle modalità di sviluppo da parte di Pechino”.

In caso di rielezione, hanno continuato gli esperti, Trump potrebbe riaccendere la guerra commerciale nel 2021 o nel 2022, con l’obiettivo di ottenere maggiori concessioni da Pechino.

Tra l’altro, sulla falsa riga di quanto fatto dagli USA anche altri Stati potrebbero adottare un atteggiamento più ostile dal punto di vista commerciale. Ciò non significherà un’ondata di protezionismo su scala mondiale, ma potrebbe comunque minare due degli elementi che hanno caratterizzato l’economia negli ultimi anni: l’apertura e l’integrazione.

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