Investitori, non fatevi spaventare dalla guerra commerciale

Alessio Trappolini

22/08/2019

La guerra dei dazi fra USA e Cina sta mettendo a dura prova molti investitori. Meglio dunque evitare le azioni? Il parere dell’esperto

Investitori, non fatevi spaventare dalla guerra commerciale

La guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina sta facendo tremare molti investitori: uno scontro in chiave protezionistica tra le due maggiori superpotenze economiche globali può annientare intere catene del valore, e un’ulteriore escalation rischia di compromettere la crescita economica, non solo dei due Paesi coinvolti ma anche nel resto del mondo.

L’esito del conflitto è tutt’altro che scontato, nel frattempo però gli indici azionari ciclici, come ad esempio l’indice di riferimento tedesco Dax, hanno registrato notevoli ribassi. C’è da preoccuparsi?

«Noi preferiamo analizzare i fatti. Per gli operatori di mercato la controversia commerciale non è certo una novità, dato che genera un clima d’incertezza da ormai più di anno e mezzo. Per come la vediamo noi, è quasi impossibile pronosticare in modo serio e affidabile le future sorti del conflitto. A lungo andare non sarà più solo questione di dazi: le potenze mondiali lottano per conquistare l’egemonia sul piano tecnologico, politico ed economico», ha commentato Thomas Lehr, Capital Market Strategist di Flossbach von Storch.

Dove trovare valore secondo il gestore

E se da un lato il Presidente USA è una sorta di mina vagante (e non solo in campagna elettorale), non dimentichiamo che ha promesso al suo elettorato benessere e lavoro: una crisi economica e un crollo sul mercato azionario andrebbero a demolire il bilancio del suo mandato, mettendo in pericolo la sua rielezione nel 2020.

L’incertezza è quindi già scontata – sostiene Lehr -, almeno in parte, nel livello dei corsi attuale. «Le azioni delle società cicliche sembrano persino convenienti in un’ottica pluriennale, considerando i rendimenti da dividendi e i rapporti prezzo-utili», ha spiegato il gestore.

Partiamo da un dato di fatto: i titoli più difensivi, quelli delle aziende che conseguono rendimenti stabili non solo durante le fasi di crescita, risultano meno colpiti. Persino un investitore che due anni fa si attendeva una costante escalation con la continua imposizione di nuovi dazi avrebbe potuto guadagnare investendo nel mercato azionario.

In altre parole: chi avrebbe mai investito nel mercato azionario due anni fa se avesse saputo che il conflitto USA-Cina avrebbe continuato ad aggravarsi? Così il manager di Flossbach von Storch:

«Negli ultimi due anni l’indice azionario MSCI World ha segnato un rialzo di circa il 20% (in euro, inclusi dividendi)».

Il ruolo di un gestore

Thomas Lehr sottolinea che sebbene le fluttuazioni di breve siano inevitabili, il ruolo di un gestore patrimoniale attivo non dovrebbe investire nel mercato nel complesso ma guardare al lungo termine (con orizzonte di oltre 5 anni, ndr) in singole imprese, concentrandosi su business model che riteniamo in grado di superare al meglio anche le fasi più turbolente. «D’altronde l’Absolute Return (il rendimento assoluto), con la conservazione del capitale e la sua crescita nel tempo, è un obiettivo perseguibile solo nel lungo periodo», ha detto l’asset manager.

Solo così è possibile per un investitore emergere dalle difficoltà su più fronti che non mancheranno neanche in futuro.

«Oggi è il conflitto commerciale, domani la Brexit, e in futuro chissà – tecnologie ancora sconosciute potrebbero richiedere la modifica radicale di certi business model», ha chiosato Lehr.

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