La misura che ha sostituito il Reddito di cittadinanza offre in media 80 euro in più ai beneficiari, che però sono dimezzati rispetto a un anno fa.
L’assegno mensile è più alto, ma a riceverlo sono in pochi. Meno di quanti percepivano il vecchio Reddito di cittadinanza, a causa dei nuovi requisiti più stringenti previsti, ma anche meno delle stime fatte dal governo sulla platea dei beneficiari. A sei mesi dal lancio l’Assegno di inclusione che, insieme al Supporto per la formazione e il lavoro, ha sostituito il precedente sussidio di contrasto della povertà, sta dimostrando un raggio d’azione piuttosto limitato.
Fin da principio, con il superamento del RdC, introdotto dal Movimento cinque stelle nel 2019 (e costato 34 miliardi in quattro anni), l’attuale governo ha previsto un taglio di risorse destinate alla misura e una platea potenziale di 737 mila famiglie. Questo obiettivo sul numero di beneficiari però non è stato ancora raggiunto. Anche se, pure centrandolo, il sostegno alle famiglie in difficoltà risulterebbe in ogni caso parziale.
Secondo l’Inps, l’ultima annualità di Reddito e Pensione di cittadinanza è costata 7,6 miliardi di euro, mentre per il 2024 l’Assegno di inclusione costerà oltre 5,5 miliardi. Il risparmio è di oltre 2 miliardi, anche se bisogna considerare che dal primo gennaio, oltre all’Adi, è stato introdotto anche il già citato Supporto per la formazione e il lavoro, per il quale è stata prevista una spesa di altri 1,3 miliardi. [...]
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