Il titolo Mps è sceso sotto la soglia dei 20 centesimi, meno di due caramelle Goleador. Il nuovo ad Morelli cerca anchor investor: sullo sfondo resta l’ipotesi dell’intervento pubblico.
Titolo Mps sotto i 20 centesimi: vale meno di due caramelle Goleador - Fino a qualche mese valeva quanto un cornetto e un cappuccino, dopodiché anche 80 centesimi - il prezzo che normalmente si paga per un caffè in un normale bar della Penisola - hanno cominciato a esser troppi. E adesso è sceso sotto la soglia dei 20 centesimi, ovvero quanto basta per comprare due Goleador dal tabaccaio.
Il titolo Mps - che ieri è sprofondato a -6,4% mentre oggi guadagna il 2,99% - da inizio anno ha perso circa l’85% del suo valore iniziale: un tracollo senza precedenti per l’istituto su cui da tempo sono puntati i riflettori del mercato.
Il nuovo amministratore delegato di Rocca Salimbeni, Marco Morelli - che ieri, giorno dell’insediamento, ha incontrato i sindacati interni mentre oggi vedrà i capi area del gruppo Mps - è al lavoro sul piano di risanamento della banca.
L’operazione ha ricevuto il benestare della BCE lo scorso luglio e prevede lo smaltimento di circa 27 miliardi di sofferenze lorde (9,2 miliardi netti) e un aumento di capitale da 5 miliardi di euro.
Mps: Morelli a caccia di investitori internazionali
L’ad - entrato in scena dopo l’addio di Fabrizio Viola - avrebbe già sondato la disponibilità di alcuni investitori esteri (si parla di private equity, fondi sovrani asiatici e dell’anglosassone Barclays): quei due-tre famosi anchor investor con cui Siena vorrebbe irrobustirsi prima di dare il via alla maxi ricapitalizzazione.
L’ingresso nel capitale di Mps di nuovi investitori di peso dovrebbe comunque avvenire dopo la presentazione del piano industriale, atteso per la metà di novembre.
Ma quale sarà l’entità dell’intervento degli anchor investor? Risolto il problema dei crediti deteriorati, Mps potrebbe coinvolgere i nuovi investitori con un aumento riservato (è la tesi riportata oggi da MF Dow Jones) per una cifra compresa tra 1,5 e 2 miliardi di euro, visto che la caccia di nuovi capitali sul mercato si sta rivelando poco produttiva.
Allo studio del Monte dei Paschi c’è anche l’idea di convertire in azioni i bond subordinati in mano alla clientela istituzionale, in modo da ridurre sensibilmente il fabbisogno di capitale.
Mps: sullo sfondo l’ipotesi di un intervento pubblico
Il governo intanto monitora con attenzione gli sviluppi del dossier Mps e continua a riporre le proprie speranze nel piano architettato dagli advisor Jp Morgan (da molti considerata l’ispiratrice della “cacciata” di Viola) e Mediobanca, che guidano il consorzio di garanzia per l’aumento.
Ieri il viceministro dell’Economia Enrico Morando ha affermato che l’esecutivo resta fiducioso “sulla possibilità che Mps riesca ad attuare il piano che si è dato”, aggiungendo che “noi abbiamo partecipato insieme ad altri soggetti alla creazione di un contesto favorevole perché possa riuscire”.
“Il nostro orientamento - ha concluso - rimane questo: la banca è solida e in grado di affrontare le difficoltà e anche il cambio del gruppo dirigente deve essere valutato in questo contesto”.
Sullo sfondo, qualora il piano di salvataggio dovesse incontrare più ostacoli del previsto, rimane sempre l’ipotesi di un intervento pubblico, anche se il governo farà di tutto per scongiurare questa eventualità.
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