Immigrati: risorsa o costo per l’Italia? Ecco il rapporto tra entrate e uscite

Antonio Atte

12 Ottobre 2016 - 17:06

Immigrati: risorsa o costo per l’Italia? Ecco gli ultimi dati forniti dalla Fondazione Leone Moressa.

Immigrati: risorsa o costo per l’Italia? Ecco il rapporto tra entrate e uscite

Immigrati: risorsa indispensabile o costo insostenibile? Gli ultimi dati forniti dalla Fondazione Leone Moressa sembrano suffragare la prima tesi. Nel rapporto annuale della Fondazione sull’economia dell’immigrazione si legge che la ricchezza prodotta dai lavoratori stranieri in Italia è pari a 127 miliardi di euro (l’8,8% del Prodotto interno lordo nazionale): una cifra enorme, di poco inferiore al fatturato della Fiat (136 miliardi).

In pratica, se fossero una multinazionale, i “nuovi italiani” sarebbero la 25esima azienda più grande al mondo. Il report della Fondazione si concentra soprattutto sui benefici apportati dai lavoratori stranieri alle casse dello Stato.

Il numero di stranieri presenti in Italia al primo gennaio 2016 supera i 5 milioni, ovvero l’8,3% della popolazione complessiva. Essendo per lo più persone in età lavorativa, gli stranieri sono soprattutto contribuenti: nel 2014, i contributi previdenziali da loro versati ammontavano a quasi 11 miliardi - l’equivalente di 640mila pensioni italiane - mentre il gettito Irpef complessivo sfiora i 7 miliardi di euro.

Immigrati: risorsa o costo? Il rapporto tra entrate e uscite

Il quadro, ad ogni modo, è più complesso di quanto possa sembrare. A fare le pulci al report diffuso dalla Fondazione Leone Moressa è il quotidiano “Libero”, che porta alla luce un dato sottovalutato. La spesa pubblica imputabile agli immigrati ammonta a 14,7 miliardi di euro (con un’incidenza dell’1,75% sulla spesa pubblica italiana). I settori in cui è ripartita la spesa sono:

  • Sanità: 4 miliardi;
  • Istruzione: 3,7 miliardi;
  • Servizi sociali: 0,6 miliardi;
  • Casa: 0,3 miliardi;
  • Giustizia: 2,0 miliardi;
  • Interno: 1,0 miliardi;
  • Trasferimenti economici: 3,1 miliardi.

Sottraendo dunque i costi (14,7 miliardi) ai benefici (17,9) si ottiene un saldo positivo per 3,2 miliardi. Ma parliamo sempre di immigrati regolari. Per sostenere le spese relative all’emergenza profughi il governo ha chiesto alla Commissione europea di scomputare dal deficit del prossimo anno una cifra pari proprio a 3,2 miliardi. Ecco dunque che benefici e costi si compensano.

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