Cosa si intende per immunità penale dell’Ilva e quali sono gli effetti sul piano giuridico? Vediamo in cosa consiste lo scudo penale per i manager aziendali e quale è stata la sua evoluzione negli anni.
In questi giorni si sente molto parlare di immunità penale o di scudo penale riguardo all’ex Ilva, lo stabilimento di Taranto produttore di acciaio acquisito dal colosso ArcelorMittal. Ma di cosa si tratta esattamente? Cerchiamo di fare chiarezza.
La questione dell’immunità penale riguarda la responsabilità dei manager aziendali e prevede la protezione legale dalla commissione di eventuali reati, per questo di parla di “scudo penale”.
Nel caso dell’ex Ilva, la concessione dell’immunità penale ai manager si vide come una scelta obbligata per evitare che i commissari presenti e gli acquirenti futuri avessero ripercussioni penali per fatti verificatisi molti anni prima e dei quali sono estranei.
Infatti il problema principale dell’impianto di Taranto è l’inquinamento e, come noto, l’impatto ambientale può manifestarsi anche molti anni dopo la messa in atto di pratiche commerciali e aziendali scorrette, con danni che andrebbero a ricadere su chi gestisce l’impianto in quel momento, anche se non ha posto in essere la condotta contraria ai piani ambientali.
L’esclusione dell’immunità penale sembra ormai definitiva, come l’addio di ArcelorMittal che ha depositato l’atto di citazione per il recesso anticipato presso gli uffici del Tribunale di Milano.
Cerchiamo di capire come si articola la questione e quale evoluzione ha avuto negli anni.
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Immunità penale Ilva, che significa e perché ha causato il ritiro di ArcelorMittal
Secondo il colosso che ha acquisito lo stabilimento di produzione di Taranto, il mancato riconoscimento dello scudo penale, insieme ad altre questioni di incertezza giuridica, sono alla base del ritiro dallo stabilimento. Ma i veri motivi potrebbero essere altri.
Oggetto della contesa è lo scudo penale concesso ai manager per le violazioni delle norme ambientali commesse dallo stabilimento nel corso degli anni, i cui effetti continuano a manifestarsi.
L’immunità penale all’Ilva era stata concessa nel 2015, quando l’impianto era sotto amministrazione straordinaria. Questa previsione serviva a tutelare dalle eventuali conseguenze penali sia i commissari gestori dell’epoca sia quelli futuri per fatti legati all’inquinamento ambientale di molti anni prima, ma che producevano ancora effetti.
Difatti le conseguenze dell’inquinamento possono protrarsi a lungo, sono difficilmente prevedibili e in genere si manifestano dopo un significativo numero di anni, cosa che rende lo scudo penale dei vertici aziendali il solo modo per tutelarsi dalla responsabilità per reati a loro non imputabili.
Nonostante ciò, lo scudo penale per l’Ilva è stato abolito nel 2019 come effetto del Decreto Crescita voluto dal Governo di coalizione giallo-verde. Si trattava infatti di un privilegio ingiustificato non previsto per le altre realtà aziendali. Per questo il Movimento 5 Stelle - allora al Governo insieme alla Lega - aveva eliminato l’immunità, cosa che scatenò l’ira di ArcelorMittal, che aveva comprato l‘ex Ilva con un diverso quadro giuridico.
La minaccia di lasciare l’impianto aveva costretto il Governo a tornare sulla questione e a concedere, anche se in maniera ridotta rispetto al disegno originale, l’immunità penale presente al momento dell’acquisizione.
Ma la questione non era affatto conclusa.
Immunità penale Ilva, la presunta incostituzionalità
La questione dello scudo penale dell’ex Ilva ha coinvolto anche la Corte costituzionale.
Nel 2015 il gip di Taranto, Benedetto Ruberto, aveva impugnato il provvedimento sostenendone l’incostituzionalità. La Consulta però decise di rinviare indietro gli atti chiedendo al gip di modificare la richiesta alla luce di quanto stabilito nel Decreto Crescita e Decreto Imprese, entrati in vigore dopo il ricorso. Infatti nel testo dei due Dl lo scudo penale per AcrelorMittal era stato eliminato.
A questo punto la reazione del colosso è stata dura e immediata: niente Ilva senza scudo penale e quindi protezione da eventuali processi. Allo stato dei fatti non sembrano esserci margini di ripensamento.
Nota: in data 13 novembre 2019 l’articolo è stato modificato precisando che, dopo il ricorso del gip, la Consulta aveva rinviato indietro gli atti prima ancora di pronunciarsi, poiché la norma sullo scudo penale era stata nel frattempo eliminata dal Decreto Crescita. Di conseguenza risulta erroneo definire l’immunità penale “incostituzionale” - come riportato nella versione precedente - in quanto è mancata la pronuncia definitiva della Corte costituzionale.
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