Il testo della Legge di Bilancio 2021 approvato dal Cdm include l’istituzione del «fondo impresa femminile». Ecco che cosa prevede e quali sono i vantaggi per imprenditrici e dipendenti.
Che cosa prevede il «fondo impresa femminile» che è stato incluso dal Governo nella legge di bilancio 2021?
Dal testo della nuova manovra - approvata dal Consiglio dei ministri e attesa alla prova del Parlamento - emerge la volontà del Governo di rilanciare i segmenti dell’economia italiana più colpiti dalla pandemia.
Tra questi l’imprenditoria femminile, che grazie al fondo istituito potrà beneficiare di nuovi incentivi. Ecco cosa prevede lo strumento inserito all’articolo 18 della nuova finanziaria.
Previsto un «fondo impresa femminile» in Legge di Bilancio 2021
Sono 500 i milioni di euro che il testo della nuova legge di bilancio prevede per rafforzare le politiche attive, dall’innalzamento del numero di beneficiari dell’assegno di ricollocazione al potenziamento della Naspi, l’indennità mensile di disoccupazione.
Un fondo, di 40 milioni di euro, sarà destinato specificatamente al supporto dell’imprenditoria femminile. La somma stanziata, come recita il testo della manovra, ha il fine di “promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile e massimizzare il contributo delle donne allo sviluppo economico e sociale del Paese”.
Le misure incluse dal Governo nella finanziaria prevedono il ricorso a contributi a fondo perduto per favorire l’avviamento delle imprese femminili, con un’attenzione particolare alle aziende individuali guidate da donne che, prima di dedicarsi all’attività imprenditoriale, non erano occupate. Per sostenere le imprenditrici, inoltre, saranno introdotti anche finanziamenti a tasso zero o agevolati.
Il testo della manovra introduce anche misure per favorire l’incremento del tasso di occupazione femminile, con sgravi del 100% per le aziende che assumeranno delle donne.
Trend positivo per la parità di genere in Italia
Le misure previste dalla manovra, sulle quali il Parlamento è ora chiamato ad esprimersi, rientrano nel più ampio quadro della parità di genere nel Paese. Confortanti, in tal senso, i dati rilevati dallo studio effettuato dall’Istituto europeo per la parità di genere (Gender equality index 2020).
Il rapporto, infatti, pone l’Italia al primo posto in Europa per quanto riguarda la progressione nel bilanciamento dell’occupazione tra i due generi. Con un punteggio totale di 63,5 – sebbene al di sotto della media continentale – il Paese mostra un evidente trend in favore delle donne.
Rimangono, tuttavia, le annose questioni legate alle posizioni di vertice, con le donne che faticano ancora a ricoprire ruoli rilevanti nei CdA delle aziende quotate in Borsa e nelle istituzioni pubbliche.
Di conseguenza rimane ampio il divario in termini di retribuzione e reddito, statistiche che spiegano in buona parte la necessità rilevata dall’ultima manovra di rafforzare il lavoro femminile.
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