Dopo lo stop ad AstraZeneca per gli under 60 in Italia è diminuito il numero delle vaccinazioni: senza arrivi extra di Pfizer, si rischia lo stallo.
In Italia tutto il peso della campagna vaccinale sarà sulle spalle di Pfizer. Dopo il divieto di somministrare AstraZeneca agli over 60, con anche Johnson & Johnson che presto potrebbe ricevere lo stesso trattamento, la strada intrapresa è quella di affidarsi esclusivamente ai vaccini a mRna.
Con Moderna che nel nostro Paese continua a essere una rarità e CureVac, altro vaccino mRna made in Germania, che nonostante i proclami ancora non è stato autorizzato dall’Ema, non sembrerebbero del resto esserci molte alternative.
Non è un caso che le Regioni, accettando il diktat del Ministero della Salute su AstraZeneca eccezion fatta per la Campania, hanno subito chiesto al commissario straordinario Francesco Figliuolo una fornitura extra di vaccini Pfizer.
Nel frattempo la campagna vaccinale in Italia ha subito un rallentamento negli ultimi giorni. Dopo che a inizio giugno eravamo riusciti anche a superare le 600.000 somministrazioni al giorno, domenica si è scesi a 409.000 mentre lunedì le dosi inoculate sono state 512.000.
A pesare sono le minori somministrazioni di AstraZeneca: se il 9 giugno sono state quasi 84.000, nella giornata di lunedì 14 Vaxzevria è stato invece utilizzato solo con 31.000 persone.
Ci sarà Pfizer per tutti?
Al momento questo calo non spaventa particolarmente, tanto che il commissario Figliuolo ha ribadito che l’obiettivo rimane quello di vaccinare l’80% degli italiani entro settembre. Le Regioni però stanno iniziando a fare i loro calcoli e qualche preoccupazione c’è.
Dopo la circolare dell’11 giugno da parte del Ministero, in Italia non è più consentito somministrare AstraZeneca agli under 60. Chi ha già fatto la prima dose con Vaxzevria, riceverà Pfizer o Moderna come richiamo.
Alcune Regioni, vedi Campania e Puglia, sono però intenzionate su base volontaria a fare il richiamo con AstraZeneca. Anche il Lazio sembrerebbe essere pronto ad accodarsi. In totale, si stima che sono circa 1 milione gli under 60 al momento in questa sorta di limbo.
Le ultimi vicissitudini però hanno aumentato la differenza verso AstraZeneca anche da parte degli over 60. Tutti vogliono Pfizer, con il colosso farmaceutico americano che a giugno sta inviando 3,5 milioni di dosi a settimana.
Al momento sono però circa 25 milioni gli italiani che ancora devono ricevere la prima dose, mentre altri 13 milioni stanno aspettando il richiamo. In totale ci servono almeno altre 60 milioni di dosi, contanto che ci sarà una percentuale che non vorrà sottoporsi al vaccino.
Stando alla tabella del Ministero della Salute, da luglio a settembre Pfizer ci dovrà inviare circa 25 milioni di dosi e Moderna 14 milioni. Con AstraZeneca fuorigioco, il contratto con l’UE scadrà il 30 giugno, la speranza è che arrivi il disco verde per CurevaC che ci deve 13 milioni di dosi considerando pure gli arretrati del secondo trimestre.
Johnson & Johnson potrebbe risolverci molti problemi. Nel terzo trimestre ci deve inviare poco più di 15 milioni di dosi e, considerando che non necessita di richiamo, sarebbe una autentica manna.
Anche per J&J però potrebbe presto valere il divieto di somministrazione agli under 60. Insomma, considerati gli interrogativi legati a CureVac e quelli per i vaccini a vettore virale come Janssen, il rischio di ritrovarci a luglio e agosto a corto di dosi è concreto.
Senza un nuovo accordo per forniture extra di Pfizer l’Italia potrebbe andare in difficoltà: le Regioni stanno già bussando alla porta del generale Figliuolo, ma senza rassicurazioni credibili i Presidenti potrebbero decidere di andare di nuovo ognuno per conto proprio.
leggi anche
Mix di vaccini è sicuro? Cosa dicono gli esperti
© RIPRODUZIONE RISERVATA