Gli incendi divampati nell’area circostante la centrale nucleare di Chernobyl, ora spenti, hanno fatto schizzare i livelli di radioattività di molto sopra la soglia di sicurezza. Ecco cosa è successo.
Chernobyl mette di nuovo paura. Gli incendi divampati nei pressi della centrale nucleare ha fatto registrare un picco di radioattività di 16 volte i livelli normali.
A pochi giorni dal 34esimo anniversario del tragico incidente avvenuto nella centrale, sono andate in fiamme 100 ettari di foresta nella cosiddetta “zona rossa” ed è riapparso lo spettro del disastro ambientale, nonché il timore che l’aria tossica possa arrivare in Europa.
Dopo 9 giorni le fiamme sono state del tutto domate dagli oltre 400 vigili del fuoco impegnati nello spegnimento, grazie anche all’aiuto dalla pioggia.
Anche se le autorità ucraine hanno annunciato la fine dei roghi e invitato i cittadini alla calma, c’è chi non crede alla versione ufficiale del governo e sostiene che l’incendio ha raggiunto la città abbandonata di Pripyat che si trova a soli 2 km dal reattore nucleare di Chernobyl, il sito del peggior disastro nucleare della storia. Il governo è stato accusato di coprire la vera gravità degli incendi e il pericolo di una nuova nube tossica. Anche gli attivisti di Greenpeace sostengono che l’incendio sia stato molto più grande delle stime ufficiali. Ieri il servizio di emergenza dell’Ucraina ha dichiarato che l’incendio è stato difficile ma che i livelli di radiazioni a Kiev erano “normali”, invitando le persone a non credere ai “messaggi apocalittici”.
Incendi Chernobyl: picco radiazioni nella “zona rossa”
La centrale di Chernobyl è ancora pericolosa. Il 4 aprile è divampato un incendio nella “zona rossa”, nei pressi del luogo del disastro invaso da influencer e curiosi negli ultimi tempi.
Le nubi e i fumi prodotti stanno facendo schizzare alle stelle i livelli di radioattività nell’area circostante. In 24 ore in tutta l’Ucraina si sono registrati circa 800 incidenti del genere e nella maggior parte dei casi, come spiegato dal sindaco di Kiev Vitali Klitschko ai microfoni del Kyiv Post, sono stati causati da persone che bruciano rifiuti ed erbacce.
Le fiamme hanno divorato 100 ettari di foresta, l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco ha però scongiurato uno scenario ben peggiore. Sono stati prontamente inviati aerei, elicotteri e centinaia di vigili del fuoco per domare l’incendio.
Il tutto è avvenuto a pochi giorni dal 34esimo anniversario dall’esplosione del reattore numero 4, avvenuta il 26 aprile del 1986, alimentando i timori circa l’elevata attività radioattiva intorno alla struttura.
Stando a quanto riferito dalla polizia, la natura dell’incendio è dolosa e il responsabile individuato è un residente di 27 anni che ha appiccato il fuoco per divertimento.
Tasso di radioattività superiore al normale
Proprio l’incendio avrebbe fatto salire considerevolmente il tasso di radioattività, generando valori superiori al normale.
Una testimonianza a riguardo quella del responsabile del servizio locale di controllo ecologico che in un video postato su Facebook ha mostrato un contatore Geiger che indica livelli di radioattività di 16 volte al di là della norma. Queste le sue parole in merito: “Abbiamo cattive notizie: il valore è superiore al normale nel cuore dell’incendio”. Le squadre di soccorso hanno fatto sapere che nella capitale di Kiev, a circa 100 km, i livelli rimangono ancora nella norma.
I tre reattori rimasti hanno continuato a funzionare fino al 2000, dopo la chiusura totale e l’istituzione di una zona di alienazione, a 30 km dalla centrale. Intanto da qualche anno c’è chi è tornato a viverci, 200 persone all’incirca, che nonostante il rischio rimanga molto alto si sono rifiutate di abbandonare le proprie abitazioni.
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