Milioni di locuste stanno invadendo e devastando ettari di raccolti in alcune zone della Sardegna. Il rischio è che il fenomeno possa diffondersi in tutta la regione. Ecco cosa sta succedendo.
In Sardegna è allarme locuste. Milioni di cavallette giganti stanno devastando raccolti e infestando le case dei cittadini. Colpiti soprattutto alcuni comuni situati nell’entroterra della regione, nei pressi della Valle del Tirso. Gli esperti parlano di “una vera e propria emergenza per le imprese agricole”.
Il rischio potrebbe non rimanere circoscritto alle zone di campagna, ma dilagare in tutto il territorio colpendo anche i centri cittadini. Ecco cosa sta succedendo.
Invasione di cavallette in Sardegna: è allarme
L’invasione delle locuste in Italia sta interessando in particolare la Valle del Tirso in Sardegna e alcuni comuni nella provincia di Nuoro. A lanciare l’allarme è Coldiretti, associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana. Le cavallette giganti stanno distruggendo interi raccolti divorando soprattutto foraggio, grano ed erba medica.
Gli esperti evidenziano inoltre che questo fenomeno potrebbe rivelarsi molto pericoloso non solo per le campagne ma anche per le città. Le locuste infatti sono “polifaghe”, cioè sono in grado di nutrirsi di un’abbondante e diversa quantità di piante spontanee, ma anche di colture erbacee come le leguminose. I loro attacchi potrebbero dunque passare dalle campagne, agli orti e ai giardini.
Come un’invasione biblica
In realtà il problema delle cavallette non è una novità per queste zone della Sardegna. L’ultima segnalazione infatti risale a un anno fa. Ma quest’anno questi insetti sono comparsi sul territorio in largo anticipo e il loro numero è pericolosamente maggiore di quello riscontrato nel 2019.
“È già da dieci giorni che i terreni dei nostri agricoltori sono preda delle cavallette” ha spiegato Alessandro Serra, presidente della Coldiretti Nuoro-Ogliastra all’ANSA. Le cause principali di questa massiccia invasione sono da imputare all’inverno particolarmente mite che ha caratterizzato la stagione invernale e la scarsità di pioggia di questo periodo.
Inoltre gli esperti spiegano che il 2020 si sta rivelando uno tra gli anni più caldi in assoluto dal 1800, registrando temperature superiori di 1,52 gradi rispetto alla media. L’insieme di questi fattori hanno scatenato “uno sviluppo anomalo di questo insetto con invasioni bibliche che ricordano quelle del passato”, dichiara Coldiretti nel suo sito ufficiale.
Le possibili soluzioni
Gli esperti che si sono mobilitati per analizzare il problema e cercare di trovare una soluzione, affermano che una speranza potrebbe trovarsi nell’azione dei predatori naturali, come gli uccelli. La loro presenza infatti potrebbero contenere l’avanzata delle cavallette che partendo spesso da terreni incolti, abbandonati per via della crisi delle campagne, si proiettano all’assalto dei raccolti.
È una vera e propria emergenza che colpisce duramente le imprese agricole già vessate dalla crisi economica causata dall’emergenza coronavirus. “6 aziende su 10 (58%) hanno registrato una diminuzione dell’attività”, ha dichiarato Coldiretti. Un’altra soluzione potrebbe essere il dissodamento dei terreni, con lo scopo di scalzare le uova ancora non schiuse che hanno deposto le cavallette. Coldiretti chiede per questo l’intervento tempestivo della Regione.
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