La prima vera correzione dopo alcuni anni di rialzo può essere un’occasione per i nostri investimenti?
Nelle ultime settimane abbiamo assistito alla prima vera correzione da quando, tra febbraio e marzo 2020, i mercati subirono una forte battuta d’arresto a causa della prima diffusione del Covid.
Tuttavia, se allora la discesa, forte e rapidissima, fu innescata dallo «sconto» da parte del mercato di un evento insolito e dagli effetti difficili da prevedere, il ribasso di questo inizio 2022 sembra avere delle ragioni economiche più profonde.
Inflazione, valutazioni e paura per i tassi di interesse
I ribassi più corposi li stiamo vedendo sul Nasdaq, che dal suo massimo ha perso quasi il 18%. Sull’S&P500 abbiamo comunque una discesa importante, nell’ordine del 10%, anche qui dovuta in buona parte dal peso notevole dei titoli tech.
Che proprio la tecnologia stia appesantendo i mercati lo vediamo anche dalla performance del più tradizionale Dow Jones Industrial, più concentrato su aziende tradizionali e «value», che sta limitando le perdite a meno dell’8%.
Ma perché proprio la tecnologia? Semplice, perché l’inflazione, che ormai sembra tutto fuorché temporanea, sta spingendo la Fed a prevedere una politica monetaria più restrittiva già dall’immediato futuro.
Con tassi potenzialmente più alti, ovviamente a farne le spese sono primariamente i titoli con prezzi più alti per via di valutazioni fortemente incentrate sulle prospettive future. Quando i tassi crescono, i cash flow futuri hanno infatti un valore attuale più basso.
I motivi per cui la discesa può essere un’opportunità
Bene, fin’ora abbiamo cercato di capire la genesi di questo ribasso.
Ma quando un mercato scende bisogna vendere tutto oppure è un’occasione d’acquisto?
Non c’è una risposta univoca. Tutto dipende dalla strategia e dagli obiettivi di un investitore.
Se si vuol fare trading o, comunque, si è alla ricerca di rapidi profitti, allora la discesa di per sé non è sufficiente per dare un segnale d’acquisto. Non bisogna infatti dimenticare che la storia evidenzia come spesso cali del 10% siano poi diventati del 20% e, più raramente ma non da escludere, discese del 20% diventano poi del 30% o più.
Quindi, chi ha l’obiettivo di un guadagno rapido, farebbe bene ad attendere qualche segnale di inversione di tenenza.
Detto questo, il «guadagno rapido» è un esercizio molto difficile e molto spesso infruttuoso. Ci sono sicuramente approcci migliori e più prudenti.
Come fare investimenti di lungo termine
L’approccio che è qui consigliato è quello del lungo periodo.
Nel lungo periodo, la storia e i numeri sono a favore dell’investitore. Infatti, grazie a un po’ di inflazione e, soprattutto, alla crescita economica e al miglioramento del business e dei profitti aziendali, nel corso degli anni la Borsa ha dimostrato sempre di saper superare i suoi precedenti massimi.
Questo almeno quando parliamo di portafogli sufficientemente diversificati per titoli e aree geografiche. Troveremo sempre una Borsa Italiana o Borsa Giapponese che sono ancora sotto i loro massimi dopo decenni. Questo può succedere. Più difficile che ciò accada con una Borsa come quella americana o con un indice come l’MSCI World, molto più diversificati per settori economici e aree di attività.
In questo caso, dicevamo, i prezzi hanno sempre aggiornato i precedenti massimi. A maggior ragione, quindi, dopo un calo del 10% gli acquisti diventano piuttosto interessanti.
Il che non vuol dire che nel giro di qualche mese si guadagnerà. Anzi, tra qualche mese potremmo anche essere più in basso di oggi.
Ma un programma di acquisto periodico che inizia dopo una discesa dei mercati ha ottime probabilità di essere profittevole nel lungo termine.
Come sempre, la psicologia è la parte più importante in tema di investimenti. Una buona strategia, la conoscenza dei propri limiti e della propria tolleranza al rischio e una buona dose di pazienza sono le base per risultati di lungo termine soddisfacenti.
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