Negli USA il Bitcoin rimane sotto i riflettori mentre scivola in area 30.000 dollari.
Investire ora in Bitcoin e in titoli azionari è “pericoloso”. A dirlo un bull della prima ora come David Tice, co-fondatore dell’hedge fund USA Morand-Tice Capital Management, che alla Cnbc ha descritto un prossimo crollo dei mercati come “inevitabile”. “Non siamo ancora fuori pericolo”, ha chiosato Tice, “il mercato in questo momento è rischioso”.
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Investire ora in Bitcoin è “pericoloso”. Dagli USA suona l’allarme
Nello specifico, in merito al Bitcoin, Tice ha invitato gli investitori a rimanere vigili. “Noi (l’hedge fund di cui è a capo, ndr) avevamo una posizione sul Bitcoin quando scambiava a 10.000 dollari, ma quando è arrivato a 60.000 abbiamo pensato che fosse giunto il tempo di passare la mano. Ultimamente, poi, c’è stato un certo frastuono dai banchieri centrali, con la Bank of International Settlements e la Bank of England che hanno rilasciato delle dichiarazioni profondamente negative sulle criptovalute. Per questo penso che tenere il Bitcoin, ora, sia molto pericoloso”, ha affermato Tice.
Un’ariaccia che tira anche sull’azionario, secondo Tice, che si è detto preoccupato soprattutto per i titoli più in vista dell’ultimo anno, e cioè quelli che hanno attirato buona parte dei capitali degli investitori, come Facebook, Amazon, Apple, Microsoft e Google. “Molti soldi sono affluiti verso le FAANG, e ora i costi nel settore tech stanno salendo”. Tice, d’altra parte, ha caldeggiato gli investimenti in oro e argento, e soprattutto nelle società attive nel mining, “che non sono mai state così economiche. I loro ricavi potrebbero crescere del 15%-20% anche con prezzi piatti”.
Bitcoin scivola in area 30.000 dollari
Intanto, il Bitcoin torna a perdere quota dopo un fine settimana piatto in area 31.000 dollari. Al momento della scrittura la crypto scambia a 30.756 dollari, in ribasso del 3,2% rispetto a ieri. A pesare sulla quotazione, come noto, la stretta regolatoria cinese, l’ipotesi di nuovi giri di vite in Europa e negli Stati Uniti, ma anche i diffusi dubbi circa la sostenibilità del mining di criptovalute, già bandito in Cina.
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