In Italia per la prima volta in assoluto si è sfondato il tetto di un miliardo di euro d’investimenti in startup e PMI innovative e il 2021 termina con una impennata negli investimenti.
Finalmente la buona notizia è arrivata.
In Italia per la prima volta in assoluto si è sfondato il tetto di un miliardo di euro d’investimenti in startup e PMI innovative. Il 2021 termina con una impennata negli investimenti. Un vero e proprio boom che accorcia le distanze da altri ecosistemi considerati più floridi del nostro.
Ma cosa è successo di diverso? È accaduto che finalmente il sistema è maturo, finalmente tutti gli attori del processo credono nel potere dell’innovazione e - ciascuno nel suo – mette in campo azioni concrete. A contribuire certamente sono state anche le misure messe in campo nel 2021 dal Governo. L’incentivo del MISE, avviato nel marzo 2021, che prevede la concessione di un credito d’imposta del 50% in favore delle persone fisiche che investono nel capitale di queste imprese, nei limiti delle soglie fissate dal regime de minimis.
L’iniezione di ulteriori 2 miliardi messi a disposizione per il Fondo Nazionale Innovazione certamente hanno contributo a sostenere bene l’ecosistema. E ancora nel 2021 ha visto la luce il decreto che rende operativo il Fondo per le piccole e medie imprese creative istituito presso il Ministero. Per questa misura sono disponibili risorse pari a 20 milioni di euro, confermati anche per il 2022, per un totale di 40 milioni di euro. E ancora nel 2021 è stato firmato il decreto attuativo che promuove la costituzione o la trasformazione in società benefit d’imprese presenti sul territorio nazionale mettendo a disposizione complessivamente 10 milioni euro, di cui 7 milioni per il credito d’imposta e 3 milioni per attività di promozione.
Dall’altro lato gioca un ruolo fondamentale la qualità delle nostre startup che – contrariamente a quanto dicono i detrattori - è sempre più marcata, dimostrandosi capaci di attrarre investimenti considerevoli.
E così finalmente gli investitori iniziano a fare sul serio.
Ma vediamo meglio chi sono gli investitori e quali vantaggi hanno nell’investire in startup e PMI innovative.
Due le macro tipologie di investitori, i cd “qualificati” e i cd “non qualificati”. Nella prima categoria rientrano tutti coloro che investono in modo strutturato e con finalità di guadagno. Sono i Venture Capital, le grandi imprese, gli incubatori, i fondi di investimento ecc. Nella seconda rientrano, invece, tutti colori, Business Angel e privati, che investono per filantropia, per il piacere di contribuire - anche con poco - alla crescita di una società e, più in generale, al processo d’innovazione del Paese.
La normativa italiana dedicata alle startup Innovative prevede incentivi fiscali per tutti i soggetti che vogliano effettuare investimenti nel capitale sociale d’imprese qualificate come startup o PMI Innovative, siano essi soggetti IRPEF oppure IRES.
Agevolazioni per persone fisiche
Le persone fisiche (fiscalmente IRPEF) hanno la possibilità di detrarre nella dichiarazione dei redditi annuale un importo pari al 30% di quanto investito nel capitale sociale di una startup innovativa, purché sia mantenuto l’investimento almeno per 3 anni.
In questo periodo è garantito il mantenimento dell’agevolazione anche qualora la società dovesse perdere la qualifica di startup innovativa. Il limite quantitativo massimo dell’investimento per la detrazione è fissato in 1.000.000 di euro annui.
Con l’entrata in vigore del cd. Decreto Rilancio (DL. 19 maggio 2020 n. 34) per le sole persone fisiche - e non per le persone giuridiche – è prevista una detrazione al 50% fino a 100.000 euro d’investimento, mentre, per la parte eccedente tale somma restano valide le detrazioni al 30%.
(Ad esempio: se investo in una startup € 150.000,00 avrò diritto a una detrazione del 50% per 100.000,00 e a una detrazione del 30% per i restanti 50.000.) Questa è in vigore dal 19 maggio 2020 e non è retroattiva, pertanto è valida per le sottoscrizioni effettuate dopo questa data.
Per usufruire delle agevolazioni suddette occorre presentare il modello Persone Fisiche, e non il modello 730, e alla voce “Detrazioni per investimenti in startup” bisognerà inserire i dati della startup o della PIMI e la tipologia d’investimento - diretto o indiretto - ovvero effettuato mediante un organismo d’investimento collettivo oppure mediante società di capitali che investe prevalentemente in startup, bisognerà indicare anche l’ammontare dell’investimento agevolabile e il codice identificativo dell’investimento.
Agevolazioni per persone giuridiche
Le persone giuridiche (fiscalmente IRES) che investono in startup innovative hanno la possibilità di escludere dal reddito imponibile un importo pari al 30% di quanto investito nel capitale sociale di una o più start up. Il limite massimo d’investimento consentito rimane pari a euro 1.800.000 annui e, così come per le persone fisiche, è richiesto il mantenimento dell’investimento per almeno tre anni ed è garantito il mantenimento dell’agevolazione anche qualora la società dovesse perdere la qualifica di startup innovativa in questo arco di tempo.
Le società per usufruire dell’agevolazione dovranno compilare il modello Redditi SC e inserire gli importi investiti nella startup o nella PMI innovative nel quadro RS dal rigo “RS 160” a “RS 179”.
Investimenti diretti o tramite altri organismi
Vale la pena chiarire che la detrazione è riconosciuta sia che l’investimento sia effettuato senza intermediazione sia che sia effettuato tramite OICR (ovvero organismi d’investimento collettivo del risparmio) oppure tramite SICAV (ovvero società d’investimento a capitale variabile). A rilevare è solo la distinzione tra l’essere investitore IRPEF o IRES, non rileva invece lo strumento con il quale si effettua l’investimento. Le agevolazioni quindi restano quelle sopra descritte sia che si investa direttamente in una startup sia che si investa tramite piattaforme di crowdfunding (regolate dal Regolamento Europeo) o altri metodi intermediati.
Azioni che comportano (e non) la decadenza dell’agevolazione
L’investitore - sia esso soggetto IRPEF o IRES - può decadere dal diritto alle agevolazioni suddette se, entro 3 anni dalla data in cui ha effettuato l’investimento - si verifica una delle seguenti condizioni:
- la cessione, anche parziale, a titolo oneroso, delle quote ricevute in cambio dell’investimento effettuato;
- la riduzione di capitale e/o la ripartizione di riserve o altri fondi costituiti con sovraprezzo di emissione delle azioni o quote delle start-up innovative;
- il recesso o l’esclusione degli investitori.
In caso di decadenza dall’agevolazione, il beneficiario dovrà riversare, in sede di dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui ha effetto la decadenza, l’ammontare dell’agevolazione nella misura del risparmio d’imposta, oltre agli interessi
Non comportano, invece, la perdita dell’agevolazione:
- il venir meno della qualifica di startup innovativa per decorrenza dei cinque anni dalla costituzione della società, per il superamento della soglia di € 5.000.000 (cinque milioni) del valore della produzione annua o per l’ammissione alla quotazione su un sistema multilaterale di negoziazione.
Agevolazioni per acquisizione completa di una startup
Il Decreto Rilancio introduce un’agevolazione volta ad aumentare le exit, ovvero per invogliare le società a decidere di acquisire l’intero capitale sociale di una startup innovativa.
In ottica di open innovation si cerca di agevolare sempre più le imprese ad acquisire dall’esterno idee e competenze tecnologiche e in particolare proprio dalle startup. È concessa quindi alle società una deduzione IRES del 50%, maggiorata dal precedente 30%, a condizione che l’intero capitale sociale acquisito sia mantenuto per almeno tre anni.
Consigli pratici
Al termine di questa panoramica sulle agevolazioni previste per chi investe in startup innovative è opportuno segnalare - sopratutto agli investitori privati cd. “non qualificati” - l’opportunità di prendere visione di tutte le informazioni sul sito della Consob “Guida all’investimento”, trattandosi comunque d’investimenti ad alto rischio. È consigliabile anche rivolgersi a un professionista sopratutto per la documentazione da produrre per usufruire delle agevolazioni.
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