Fiducia delle imprese e dei consumatori in lieve calo nel mese di novembre. Ecco cosa ci dice l’ultimo report dell’Istat.
Cala a novembre la fiducia delle imprese e dei consumatori, stando agli ultimi dati forniti dall’Istat.
Come è possibile leggere sul nostro calendario economico, a novembre l’indice di fiducia dei consumatori italiani si attesta a 107,9 a fronte del 108,0 di ottobre (dato rivisto al rialzo).
Il livello di fiducia delle aziende italiane cala invece da 102,9 di ottobre (dato rivisto al ribasso) a 102,0.
All’interno del report di novembre, l’Istituto nazionale di statistica sottolinea che
“il clima economico si mantiene sostanzialmente stabile (da 127,3 a 127,2) mentre la componente futura registra una diminuzione riportandosi sul livello medio del periodo luglio-agosto (da 114,3 a 113,7). Dopo i cali registrati negli ultimi tre mesi, in novembre sia il clima personale sia quello corrente migliorano: la componente personale aumenta da 100,5 a 101,3 e quella corrente passa da 102,8 a 103,7”.
Istat: il giudizio dei consumatori
In lieve calo i giudizi dei consumatori sulla situazione economica del Belpaese (il saldo passa da -52 a -53), così come le aspettative (il saldo, passato da -19 a -20, rappresenta il dato peggiore da marzo 2014). Le opinioni sull’andamento dell’inflazione sono orientate alla diminuzione. L’Istat inoltre registra una diminuzione delle prospettive sulla disoccupazione: il saldo (da 31 a 28) costituisce il dato più basso da giugno.
Istat: la fiducia delle imprese
Per quanto riguarda le imprese, l’Istat rileva
“un peggioramento della fiducia diffuso in tutti i comparti tranne nel commercio: nella manifattura l’indice passa da 102,9 a 102,0, nei servizi di mercato da 106,6 a 105,2, nelle costruzioni da 125,8 a 124,2; nel commercio al dettaglio l’indice sale da 101,6 a 106,5”.
In merito alle componenti dei climi di fiducia, nel settore manifatturiero peggiorano i giudizi sugli ordini mentre migliorano le attese sulla produzione. Nel campo dei servizi l’Istituto segnala un peggioramento dei giudizi sul livello degli ordini e delle attese sull’andamento generale dell’economia. Nel commercio al dettaglio, invece, migliorano
“sia i giudizi sulle vendite correnti (il saldo passa da -1 a 7) sia le attese sulle vendite future (da 23 a 29); il saldo dei giudizi sulle scorte di magazzino diminuisce da 10 a 9”.
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