L’agenzia di rating DBRS conferma il rating BBB (high) sull’Italia
DBRS ha confermato per l’Italia il rating BBB (high) con trend stabile. L’agenzia è sempre stata benigna con la nostra Repubblica, perciò un improbabile downgrading avrebbe impattato in maniera forte. Pur plaudendo alla formazione del nuovo governo e alla sua strategia fiscale, l’Agenzia mette in luce alcuni fattori che pesano sul giudizio.
DBRS conferma rating BBB a Italia
Il rapporto di DBRS inizia con un riepilogo delle vicende politiche italiane degli ultimi mesi: la decisione della Lega di ritirarsi dal governo in Agosto ha portato ha una “maggioranza inattesa, che ha evitato le elezioni anticipate, con l’obiettivo di evitare l’aumento dell’IVA nel 2020 e prevenire un governo di destra”.
Tuttavia, continua l’Agenzia, non c’è stata “discontinuità materiale con il precedente governo riguardo all’attuazione di riforme strutturali”.
D’altra parte, la fiducia degli investitori è stata rinsaldata grazie alla “relazione meno conflittuale fra il nuovo governo italiano e la Commissione Europea”.
Il rating BBB (high) della Repubblica è sostenuto dalla sua economia ampia e diversificata e dal livello di debito del settore privato, uno dei più bassi d’Europa. Le banche, inoltre, sono prossime a ridurre ulteriormente i crediti deteriorati, rendendo così il sistema bancario “più resiliente alle scosse”.
Rating Italia, cosa può migliorare
Una pressione al rialzo sui rating potrebbe emergere, secondo DBRS, con:
- riforme che migliorino la crescita sul medio termine;
- un consolidamente fiscale che porti a una riduzione del rapporto deficit-Pil.
Inoltre la politica fiscale più moderata del nuovo governo, depennando la flat tax, dovrebbe garantire una traiettoria fiscale più affidabile.
Altro segnale positivo è dato dall’export del Bel Paese, che secondo le stime del Mef migliorerà del 2,8% nel 2020, nonostante la difficile situazione geopolitica.
L’incertezza politica, comunque, rimane sempre la prima fonte di preoccupazione, e l’Italia non ne è esente. La formazione del Conte bis, infatti, è arrivata con una maggioranza più risicata. Sia “i frequenti cambi nei governi” sia “la recente retorica politica” riflettono una “caratteristica strutturale del sistema politico italiano”, il quale “appare incompatibile con un coerente ed efficace sforzo riformistico”.
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