In Italia è arrivata la terza ondata? Bertolaso: “Bisogna agire immediatamente”

Alessandro Cipolla

24/02/2021

Cresce l’allarme in Italia per l’arrivo della temuta terza ondata del Covid: a preoccupare è di nuovo la Lombardia come ammesso da Guido Bertolaso, con la variante inglese che sta mettendo in grave difficoltà la provincia di Brescia.

In Italia è arrivata la terza ondata? Bertolaso: “Bisogna agire immediatamente”

Un anno dopo la scoperta del “paziente zero” a Codogno, in Italia scatta l’allarme per il possibile scoppio della temuta terza ondata del Covid, caratterizzata dalla diffusione della variante inglese che già ha messo in grande difficoltà diversi Paesi europei.

Dopo l’Umbria e l’Abruzzo, dove la variante ha fatto scattare diverse zone rosse locali per bloccare sul nascere la diffusione del virus, adesso a spaventare è la Lombardia dove invece si è optato per delle zone arancioni rafforzate.

In particolare c’è grande preoccupazione per quello che sta succedendo nella provincia di Brescia, che stando alle parole del consulente in Lombardia Guido Bertolaso avrebbe un’incidenza doppia rispetto alle altre province della Regione.

Il timore generale è che questi siano i primi segnali dell’arrivo di una terza ondata in Italia: la situazione nazionale è ancora sotto controllo, ma l’aumento dell’indice Rt e la diffusione della variante inglese hanno fatto scattare il campanello d’allarme nel nuovo Governo appena insediato.

In Italia arriva la terza ondata?

Siamo di fronte alla terza ondata , uno stato che va aggredito immediatamente”. Così si è espresso Guido Bertolaso parlando al Consiglio regionale della Lombardia, facendo il punto della situazione in particolare su quello che sta succedendo a Brescia e in alcune zone delle province di Bergamo e Cremona.

In questi territori è stata così disposta una zona arancione rafforzata, che prevede oltre alle misure previste per questo colore anche la chiusura di tutte le scuole e il divieto di recarsi nelle seconde case.

Vista la situazione, il Governo potrebbe così anticipare i provvedimenti attesi nel DPCM del prossimo 5 marzo, specie dopo la riunione di ieri a Palazzo Chigi alla presenza degli esperti del Cts.

Abbiamo rappresentato al presidente Draghi i dati e i numeri dal punto di vista scientifico noi siamo prudenti, ma non abbiamo descritto una situazione di catastrofe imminente - ha commentato Agostino Miozzo del Cts al termine dell’incontro - Non abbiamo parlato di riaperture, se ne parlerà in un’altra occasione. Venerdì ci sarà una nuova fotografia della situazione, poi vedremo”.

Massima attenzione quindi per la situazione sanitaria in Italia con la palla che adesso passa nelle mani del nuovo Governo, che appare spaccato tra rigoristi e chi invece chiede aperture: probabile che a giorni ci sarà un decreto legge invece che un DPCM, ma l’interrogativo al momento è nella sostanza del provvedimento più che nella forma.

Iscriviti a Money.it