Il debito pubblico viene sempre presentato come un problema, ma siamo sicuri che sia proprio così? I dati dicono che i maggiori stock di debito sono quelli dei paesi più ricchi ed evoluti.
Proprio in questi giorni l’Unione Europea ha lanciato un monito all’Italia relativamente alla sostenibilità del debito pubblico nel medio periodo; mentre nel lungo, sempre secondo l’Unione e sempre che l’Italia riesca ad implementare pienamente la riforma delle pensioni, non ci sarebbero problemi.
Quante volte in questi anni ci siamo sentiti ripetere che il debito pubblico è un problema, che lo stock dello stesso va ridotto e che gli alti livelli di debito – e debito/PIL - sono un freno all’economia? Tante, tantissime, infinite volte.
Italia: il debito pubblico alto è davvero un problema?
Tutta una serie di considerazioni spingerebbe a non ritenere questa logica fondata. Infatti, per esempio, la spesa pubblica costituisce reddito privato - in quanto la spesa dello Stato non può che finire, per forza di cose, nel settore privato. Lo stesso deficit pubblico significa che lo Stato spende, nel privato, più di quanto tassa, aggiungendovi così ricchezza netta.
Ma a parte queste considerazioni, che meriterebbero di essere svolte meglio in separata sede, si vuole ora, invece, focalizzare l’attenzione sul grafico sotto riportato dal titolo: “The United Nations of Debt”.
Debito pubblico: sono i paesi sviluppati ad avere lo stock più alto
Il grafico segnala il debito di tutte le nazioni al mondo (Total Global Debt) – in termini di stock e non in rapporto al PIL mondiale - stimandolo in 59,7 trilioni di dollari. Ma la cosa che ci interessa, in questo caso, non è lo stock del debito mondiale, bensì la parte di stock di debito pubblico dei singoli paesi in rapporto allo stock di debito mondiale, cioè come nel grafico la: “% of World Debt by Country".
Come è facile notare, sul gradino più alto del podio, cioè quello di chi detiene la maggiore percentuale di stock di debito pubblico in rapporto al debito mondiale, troviamo gli Stati Uniti, che detengono ben il 29,05% del debito al mondo.
Al secondo posto c’è il Giappone con il 19,99% di stock del debito pubblico in rapporto a quello mondiale. Al terzo posto troviamo la Cina con il 6,25%. Al quarto posto la Germania, con il 4,81%, che precede l’Italia, al quinto, con il 4,61% - si, l’Italia nonostante un rapporto debito/PIL molto maggiore della Germania ha uno stock di debito leggermente inferiore.
Inoltre, dal grafico risulta che poco più di una ventina di paesi detengono più del 90% del debito mondiale.
Ora, se il debito rappresentasse un problema e fosse il “veicolo di ogni male”, fosse foriero di povertà e freno all’economia, ci si aspetterebbe di trovare tra i paesi che hanno il maggiore stock di debito quelli più poveri e del terzo mondo. Invece, i paesi con il maggiore stock di debito pubblico, come si può chiaramente vedere, sono principalmente i paesi sviluppati (USA, Giappone, Germania, Italia, Francia, ecc. ecc.) ed i paesi in via di sviluppo (India, Brasile, Turchia, ecc. ecc.).
Infatti, il paese con il maggiore stock di debito al mondo - gli USA - sono anche la prima economia al mondo, quella con il maggiore prodotto interno lordo (PIL da adesso).
Il Giappone, secondo detentore al mondo di stock del debito, è anche la terza economia mondiale come PIL.
Il terzo detentore al mondo di stock del debito, la Cina, è la seconda economia mondiale in termini di PIL. La quarta economia al mondo come PIL, la Germania, è anche al quarto posto come stock del debito.
L’Italia, quinta come stock del debito pubblico in relazione a quello mondiale, è l’ottava economia al mondo. Quindi sembra abbastanza incontrovertibile che i paesi che hanno una economia più sviluppata, in termini di PIL, sono anche quelli che hanno il maggiore stock di debito pubblico.
Tolti i ventiquattro paesi che hanno i maggiori stocks, i restanti (Rest of the World) hanno una parte di debito pubblico sul debito mondiale dell’8,92%. E tra questi possiamo annoverare praticamente tutti i paesi che vengono detti del “terzo mondo”. Quindi è fin troppo facile arrivare alla conclusione che i paesi più poveri e del terzo mondo hanno degli stock di debito irrisori rispetto a quelli dei paesi sviluppati; e molto inferiori rispetto ai paesi in via di sviluppo.
Detto questo, se lo stock del debito fosse tale e quale come viene descritto dai mass media, dalle opinioni di affabulatori professionisti e bugiardi seriali, cioè la causa di tutti i mali, sarebbe normale trovare le economie dei pesi più poveri al top della classifica dei paesi con il maggiore stock di debito, e non quelle dei paesi più sviluppati. Invece, alle “maggiori” economie corrispondono i maggiori livelli di stock del debito.
Per quelli che “è al rapporto debito/PIL che bisogna guardare” le cose, Cina esclusa, non cambiano di molto. I più alti rapporti debito/PIL sono sempre quelli delle economie sviluppate e di alcuni emergenti; e non quelli dei paesi del terzo mondo.
Pertanto, la storiella del debito – soprattutto quando viene preso come singolo parametro per giudicare di una intera economia - come causa di tutti i mali, sembra un altro di quei falsi miti che ogni tanto compaiono, scompaiono e vengono poi riesumati, a tempo debito, per buttare fumo negli occhi degli “elettori” e per spingere verso quel senso di colpa che poi, casualmente, da quasi sempre adito e “giustifica” la necessità dei tagli e delle riforme.
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